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"Ecco cosa sta succedendo all'Infernetto, la nuova San Nicola"

by Roberto Derta
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centro-profughi-infernetto-via-porriniRoma, 24 lug – Dopo Casale San Nicola tocca all’Infernetto, quartiere del X Municipio di Roma. La questione profughi continua ad essere uno dei temi caldi dell’estate della Capitale. L’altro ieri, un centinaio di residenti sono scesi in piazza per un’assemblea pubblica rispondendo all’appello di Luca Marsella, responsabile locale di CasaPound, che nei giorni scorsi si era accorto della presenza di un centro profughi nel quartiere di cui nessuno era informato. Tra i promotori dell’iniziativa anche Sovranità, movimento che sostiene Matteo Salvini. Abbiamo raggiunto Carlotta Chiaraluce, segretario provinciale di Roma.
Prima Casale San Nicola, ora l’Infernetto. Cosa sta succedendo a Roma?
A Roma sta succedendo esattamente quello che sta accadendo nel resto d’Italia, ossia le città, ed in particolare le periferie, si trovano a dover pagare le scelte di un governo incapace di imporsi con questa Ue ed incapace di fronteggiare questo fenomeno di immigrazione incontrollata proveniente soprattutto dal Nord Africa.
Siete riusciti a capire quando sono arrivati i profughi e chi gestisce il centro di via Porrino?
I presunti profughi sono arrivati 15 giorni fa e lo sappiamo con certezza perché insieme Luca Marsella di CasaPound abbiamo personalmente citofonato al residence e chiesto ad un’operatrice che era in servizio che ci ha risposto che la cooperativa che gestisce il centro è la Tre Fontane, ed è una di quelle implicate nell’inchiesta di Mafia Capitale.
I residenti si sono rivolti subito a voi e siete stati i primi a recarvi al centro. Questo perché avevate già portato avanti una battaglia simile all’Infernetto?
Essendo molto presenti e radicati sul territorio ci capita molto spesso di essere direttamente contattati dai cittadini e nello specifico, un caso analogo, è successo sei mesi fa. Era successo infatti che dentro ad un centro alzheimer gestito dalla Domus Caritatis, altra cooperativa al centro di Mafia Capitale, erano stati trasferiti una ventina di immigrati senza che fosse comunicato nulla ai residenti. Organizzammo una grossa manifestazione con i cittadini e riuscimmo in quell’occasione a far spostare i profughi.
Quali sono le priorità di Sovranità per l’Infernetto e per il X Municipio che probabilmente sarà sciolto per mafia?
L’Infernetto, come del resto tutto l’entroterra del X Municipio, è da sempre considerato un quartiere dormitorio. Qui i problemi sono i più disparati e vanno dal rischio idrogeologico, alla sicurezza, alla mancanza di infrastrutture. Ma la cosa che più manca in questo momento è la figura di un amministratore. Ostia infatti è sotto commissariamento e quello che ci si sta prospettando è un lungo periodo di transizione, visto che vogliono chiaramente evitare le elezioni come invece sarebbe previsto da regolamento e come chiediamo oramai da mesi. Mi sento quindi di dire che oggi Sovranità la prima cosa che chiede per il bene di Ostia è che si torni subito al voto, perché c’è bisogno di un presidente e di un’amministrazione che restituiscano certezza al territorio.
L’assemblea dell’altro giorno era soltanto un primo appuntamento? Avete intenzione di organizzare una protesta a lungo termine?
È stato solo un primo incontro tra noi, i residenti ed altre forze politiche locali. Abbiamo sperato di ricevere risposte ma anche oggi né Sabella né il segretario del sindaco, Silvia Decina, si sono degnati di dare risposte in merito alla questione. Probabilmente, nei prossimi giorni, partiremo con una raccolta firme e con una manifestazione. La nostra battaglia contro questa ennesima prepotenza da parte delle istitutuzioni è appena cominciata e siamo intenzionati a portarla fino in fondo. Anche questi immigrati, che non hanno diritto all’asilo politico in quanto non sono né eritrei, né siriani e non scappano da nessuna guerra, devono andare via dal residence di via Porrino che fino a un mese fa ospitava famiglie italiane in difficoltà e quelle famiglie devono tornarci.
Roberto Derta

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