Nella registrazione della telefonata tra l’ex responsabile relazioni istituzionali dell’Ilva, Girolamo Archinà, e il governatore della Puglia Nichi Vendola, emergeva uno scambio di battute che lascia poco spazio alle interpretazioni. Nel corso della telefonata Vendola rassicura Archinà dicendogli “I vostri alleati principali in questo momento, lo voglio dire, sono quelli della Fiom, sono i più preoccupati mi chiamano 25 volte al giorno”, “Lo so, lo so” è la risposta lapidaria di Archinà. Nel frattempo il responsabile nazionale della Siderurgia Fiom, Rosario Rappa, da una parte cerca di giustificare il tracollo alludendo a palesi irregolarità nel voto, dall’altra invita il sindacato a una profonda riflessione per avviare “una fase di profonda discussione sia nel rapporto con la fabbrica e i lavoratori, sia con la città e la sua popolazione”. Parole di circostanza che cercano di nascondere la più semplice delle analisi: l’attenzione della magistratura e dei media sulla complessa vicenda Ilva ha portato a galla un solido rapporto di interessi tra Fiom e Sel, partito del sindaco di Taranto Stefàno e del governatore Vendola. Un rapporto teso a tutelare la solidità delle rispettive cariche piuttosto che gli interessi degli operai siderurgici, i quali hanno sancito in maniera inequivocabile la fine del sindacalismo di facciata della Fiom-Cgil.
Francesco Pezzuto