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Giallofucsia spaccati sulla manovra. A mezzanotte scadono i termini con la Ue

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 15 ott – Il governo giallofucsia è spaccato sulla manovra. La “quasi intesa” sulla legge di Bilancio raggiunta nel vertice fiume di domenica notte è nuovamente in bilico. M5S e Pd si sono scontrati duramente sul taglio del cuneo fiscale ai lavoratori e l’ipotesi di rimettere mano a quota 100. Ma sono tanti i nodi ancora da sciogliere, dal carcere agli evasori fino alle “micro tasse” denunciate dal leader di Iv Matteo Renzi. Il Cdm, prima convocato poi annullato, si dovrà necessariamente tenere oggi. Sì, perché la manovra andrà approvata entro la mezzanotte, limite ultimo per trasmetterla alla Commissione Ue e all’Eurogruppo. Secondo fonti vicine ai ministri Pd sarebbe stato il M5S a voler far slittare il Cdm, lasciando “infastiditi” i dem per “la solita tecnica di far saltare gli incontri invece di risolvere i problemi”. “Sono giorni febbrili”, ha detto il premier Giuseppe Conte aggiungendo che “con il ministro dell’Economia, in particolare, stiamo operando le ultime cognizioni”. “La manovra non deve accontentare qualche forza politica in particolare o qualche blocco sociale. Noi lavoriamo nell’interesse di tutti. Il premier ha assicurato che “stiamo lavorando a possibili modifiche a Quota 100” e “l’Iva non verrà rimodulata, abbiamo trovato risorse aggiuntive”.

Scontro su quota 100

Le imposte sulle schede sim – nei giorni scorsi già terreno di scontro tra il ministro Gualtieri e la sua vice Laura Castelli – la cancellazione retroattiva della detraibilità del 19% sull’Irpef e la volontà di rivedere quota 100. Sarebbero questo le proposte che il Pd vorrebbe inserire nella legge di Bilancio e sulle quali il M5S starebbe facendo muro. Fonti di governo M5S sostengono che il Pd avrebbe messo in piedi un asse con i renziani di Italia Viva per modificarla almeno in parte, intervenendo sull’ultima finestra con una dote di circa 500 milioni: “per noi non esiste”, mettono in chiaro i 5 Stelle. Fonti vicine ai ministri Pd sottolineano però: “Basta fake news, il Pd non ha mai proposto l’abrogazione di Quota 100 ma semplicemente detto che alcune finestre di rinvio possono servire per evitare l’aumento dell’Iva”. Si litiga anche sul taglio del cuneo alle imprese, che i 5 Stelle vorrebbero introdurre e addirittura aumentare: obiettivo creare nuovi posti di lavoro, spiegano fonti pentastellate.

Le proposte di Gualtieri non piacciono a Di Maio

Dal canto suo, intanto, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri avrebbe aumentato fino a 3 miliardi le risorse per alleggerire le buste paga. Ma queste coperture sarebbero il risultato di un innalzamento delle tasse. Inoltre, come sottolinea il capo politico del M5S Luigi Di Maio, la proposta di Gualtieri è insoddisfacente (e Renzi concorda con lui). I 5 Stelle chiedono di cambiare la misura: vanno tagliate le tasse anche alle imprese per inserire il salario minimo in manovra. Ma dal Pd il ministro Dario Franceschini risponde di no. Eppure, quando alle due di domenica notte ministri e sottosegretari lasciano Palazzo Chigi sembrava quasi fatta: tre miliardi di taglio del cuneo fiscale, lo stop ai superticket da luglio del 2020 e un fondo per la famiglia da due miliardi (500 milioni di nuove risorse).

Stasera il Cdm per l’ok al Documento programmatico di bilancio

In tutto questo, il Cdm fissato per oggi alle 21, a quanto si apprende da fonti di governo, dovrebbe dare il via libera solo al Documento programmatico di bilancio, ossia una sintesi della legge di Bilancio. Il decreto fiscale e l’articolato complessivo della manovra dovrebbero essere approvati in un successivo Cdm che molto probabilmente si terrà lunedì 21.

Adolfo Spezzaferro

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