Roma, 12 giu – Nel più totale immobilismo da parte del sindaco Ignazio Marino, l’affare di Mafia Capitale comincia a far sentire i suoi primi effetti politici. E lo fa con una scure che cala direttamente dal governo,
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Sul tavolo del Consiglio dei ministri è infatti pronta una bozza di “decreto per il raccordo operativo tra le amministrazioni coinvolte nella realizzazione del Giubileo straordinario della misericordia”, nel quale si statuisce che “il prefetto di Roma, anche in attuazione delle direttive impartite dal presidente del Consiglio dei ministri o dai ministri da lui delegati, prevede, per la durata dello stesso Giubileo, ad assicurare il raccordo operativo tra le attività delle amministrazioni dello Stato interessate e le funzioni svolte dalla Regione Lazio, dalla città metropolitana e da Roma Capitale”.
La regia della gestione dell’evento e di tutto ciò che ruota attorno ad esso saranno quindi affidate all’ex capo di dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli.
Troppo a rischio, evidentemente, il mezzo miliardo di euro previsti come capitoli di spesa.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, tiene a precisare che “non è una decisione contro Marino”, ma nei fatti si tratta di uno schiaffo in piena regola al primo cittadino, che rivendicava il ruolo e lo attendeva senza possibilità di prospettare soluzioni differenti. La competenza del mezzo miliardo di capitoli di spesa previsti è infatti comunale, per cui in circostanze “normali” l’affidamento al prefetto si configurerebbe, in circostanze “normali”, come un conflitto di competenze. Non evidentemente nelle intenzioni del governo, il che offre la cifra della mancanza di sfiducia reciproca e delle forti tensioni che intercorrono tra l’esecutivo e il Campidoglio.
Filippo Burla