Roma, 8 feb – “Il busto del Duce? Non lo butterò mai”. E’ quanto assicurato da Ignazio La Russa, intervenuto a palazzo Giustiniani per il ricordo di Pinuccio Tatarella, tra i fondatori di Alleanza Nazionale nonché ministro delle Poste e delle Telecomunicazioni nel primo governo Berlusconi.
“Il busto del Duce? Ce l’ho e resta dov’è”: così La Russa scatenerà di nuovo la sinistra
“Scusatemi se parlo di me. Sono sempre dipinto come quello che ha i busti del Duce, è vero ce l’ho, me lo ha lasciato mio padre, non capisco perché dovrei buttarlo… Non lo butterò mai”, ha detto La Russa. “Così come non butterei il busto di Mao Zedong se mi avessero lasciato un’opera d’arte sua… Scusatemi ancora per questa parentesi personale, che volevo assolutamente esternare…”, ha poi affermato il presidente del Senato.
Più volte attaccato dalla sinistra per i busti di Mussolini che conserva in casa, La Russa stavolta ha affrontato la questione senza essere interpellato al riguardo. Nulla di sconvolgente, in ogni caso la sinistra riuscirà comunque a polemizzare e scatenare bufere social, tanto per agitare il solito spauracchio: il fascismo. Esattamente come accaduto a ottobre, sarà tutto un tintinnar di deliri sui busti del Duce, sul ritorno delle camicie nere e sui treni in orario (quelli non mancano mai nel soporifero battutometro antifà).
Al netto dello stucchevole giochino riproposto dalla sinistra a ogni piè sospinto, cioè ogniqualvolta perde le elezioni, la temibile baionetta che riassume questa evocatio, dopo l’odierna uscita sarà rappresentata di nuovo da La Russa. Si scatenino pure, tirino fuori qualche gli evergreen “me ne vado dall’Italia”, “ora è il momento della Resistenza” e amenità varie puntualmente disattese. In fondo, siamo abituati alle pagliacciate condite da stoltizia.
La Redazione
1 commento
Lo tiene perché non si ribella come era ed è per certi pseudo camerati…