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Reggio Emilia, 21 ago – Trenta immigrati clandestini con le mani immerse nei detersivi per pulire i pavimenti, maneggiando e pulendo coltelli da cucina, alla guida di transpallet e movimentando a mano pesanti frigoriferi, e chi sa cos’altro e per quanto tempo ogni giorno, il tutto senza lo straccio di una protezione e col solo compenso del vitto giornaliero.
Triste e tipica storia dell’infame caporalato meridionale? Macché, si tratta della brillante trovata del Pd di Reggio Emilia che, al Campovolo, ha pensato bene di accettare la proposta della cooperativa “Dimora di Abramo”, che ha in gestione i presunti profughi, per impiegarne 30 a fianco dei volontari impegnati nella gestione di FestaReggio, la locale festa dell’Unità.
Il servizio andato in onda su Tg Reggio la sera del 19 agosto ha sollevato la pronta reazione del segretario provinciale della Lega Nord, Gianluca Vinci, che ha annunciato la presentazione di un esposto alla Direzione Territoriale del Lavoro e all’Asl, e dei consiglieri regionali dello stesso partito, Alan Fabbri e Gabriele Delmonte, che hanno annunciato un’interrogazione all’assessore regionale alla Legalità, Massimo Mezzetti, e al presidente della Regione, Stefano Bonaccini.
Lo stesso Matteo Salvini ha pesantemente stigmatizzato sul suo profilo Facebook la genialata del partito del premier.
“Durante le operazioni preparatorie, movimentazione di un frigorifero e dei tavoli, erano privi di guanti di protezione ed utilizzavano anche un transpallet. Ci si chiede allora – ha dichiarato il segretario provinciale del Carroccio, Gianluca Vinci – a quale titolo e per quale motivazioni questi 30 profughi siano impiegati presso la Festa del Pd, non avendo elettorato attivo né passivo, forse non conoscendo neanche bene la lingua italiana, se stiano svolgendo volontariato per un partito politico italiano scelto di propria volontà. Questo è sembrato uno schiaffo a tutti quegli artigiani ed operai che quotidianamente si trovano a dover giustamente rispettare decine e decine di leggi e regolamenti sul lavoro e sulla sicurezza sul lavoro, pena migliaia e migliaia di euro di multe e denunce penali”.
Alle polemiche sollevate dagli esponenti della Lega ha replicato direttamente il responsabile della festa e segretario provinciale del Pd, Andrea Costa, sostenendo di aver accettato la proposta della cooperativa sociale così come avrebbero fatto altre associazioni e parrocchie, inoltre che questa sarebbe stata l’occasione giusta per “permettere a loro [i clandestini] di fare un po’ di socialità”, aggiungendo che “lo Stato ci guadagna perché il vitto che i ragazzi consumano quando lavorano a FestaReggio viene decurtato dal contributo che lo Stato riconosce per la loro gestione”.
Giustificazioni che lasciano il tempo che trovano, rimanendo il fatto che le persone sfruttate dal Pd per la sua festa – non una di quelle intervistate proveniente da una zona di guerra – non possono evidentemente essere classificate come “volontarie” in quanto appena arrivate (illegalmente) in Italia, inconsapevoli della politica e dei partiti politici locali, né tanto meno la loro attività può essere riconosciuta in alcun modo di “utilità sociale”, andando a beneficio né più né meno che di una festa privata e di parte. Né può trovare alcuna giustificazione il fatto che lavoratori non volontari siano privati delle più elementari tutele e mezzi di protezione.
Francesco Meneguzzo
Reggio Emilia, 21 ago – Trenta immigrati clandestini con le mani immerse nei detersivi per pulire i pavimenti, maneggiando e pulendo coltelli da cucina, alla guida di transpallet e movimentando a mano pesanti frigoriferi, e chi sa cos’altro e per quanto tempo ogni giorno, il tutto senza lo straccio di una protezione e col solo compenso del vitto giornaliero.
Triste e tipica storia dell’infame caporalato meridionale? Macché, si tratta della brillante trovata del Pd di Reggio Emilia che, al Campovolo, ha pensato bene di accettare la proposta della cooperativa “Dimora di Abramo”, che ha in gestione i presunti profughi, per impiegarne 30 a fianco dei volontari impegnati nella gestione di FestaReggio, la locale festa dell’Unità.
Il servizio andato in onda su Tg Reggio la sera del 19 agosto ha sollevato la pronta reazione del segretario provinciale della Lega Nord, Gianluca Vinci, che ha annunciato la presentazione di un esposto alla Direzione Territoriale del Lavoro e all’Asl, e dei consiglieri regionali dello stesso partito, Alan Fabbri e Gabriele Delmonte, che hanno annunciato un’interrogazione all’assessore regionale alla Legalità, Massimo Mezzetti, e al presidente della Regione, Stefano Bonaccini.
Lo stesso Matteo Salvini ha pesantemente stigmatizzato sul suo profilo Facebook la genialata del partito del premier.
“Durante le operazioni preparatorie, movimentazione di un frigorifero e dei tavoli, erano privi di guanti di protezione ed utilizzavano anche un transpallet. Ci si chiede allora – ha dichiarato il segretario provinciale del Carroccio, Gianluca Vinci – a quale titolo e per quale motivazioni questi 30 profughi siano impiegati presso la Festa del Pd, non avendo elettorato attivo né passivo, forse non conoscendo neanche bene la lingua italiana, se stiano svolgendo volontariato per un partito politico italiano scelto di propria volontà. Questo è sembrato uno schiaffo a tutti quegli artigiani ed operai che quotidianamente si trovano a dover giustamente rispettare decine e decine di leggi e regolamenti sul lavoro e sulla sicurezza sul lavoro, pena migliaia e migliaia di euro di multe e denunce penali”.
Alle polemiche sollevate dagli esponenti della Lega ha replicato direttamente il responsabile della festa e segretario provinciale del Pd, Andrea Costa, sostenendo di aver accettato la proposta della cooperativa sociale così come avrebbero fatto altre associazioni e parrocchie, inoltre che questa sarebbe stata l’occasione giusta per “permettere a loro [i clandestini] di fare un po’ di socialità”, aggiungendo che “lo Stato ci guadagna perché il vitto che i ragazzi consumano quando lavorano a FestaReggio viene decurtato dal contributo che lo Stato riconosce per la loro gestione”.
Giustificazioni che lasciano il tempo che trovano, rimanendo il fatto che le persone sfruttate dal Pd per la sua festa – non una di quelle intervistate proveniente da una zona di guerra – non possono evidentemente essere classificate come “volontarie” in quanto appena arrivate (illegalmente) in Italia, inconsapevoli della politica e dei partiti politici locali, né tanto meno la loro attività può essere riconosciuta in alcun modo di “utilità sociale”, andando a beneficio né più né meno che di una festa privata e di parte. Né può trovare alcuna giustificazione il fatto che lavoratori non volontari siano privati delle più elementari tutele e mezzi di protezione.
Francesco Meneguzzo
1 commento
pd peggio dei socialisti italiani del primo 900
morte al capitalismo rosso