Roma, 4 ott – Il governo giallofucsia è sotto attacco sul cuneo fiscale. Le imprese non sono soddisfatte: non bastano i 2,4 miliardi previsti in legge di Bilancio per il taglio delle tasse sul lavoro: “Ne servono almeno 13 o 14”, dice il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi. Dal canto suo, Matteo Renzi ne approfitta e critica duramente la misura: “E’ un pannicello caldo, bisogna fare di più”, dichiara. Ma, come si suol dire, la coperta è corta: per la manovra bisogna ancora trovare ancora 5 miliardi. Ecco perché il leader di Italia Viva è convinto che sarebbe stato meglio rinviare tutto di un anno. Non è ovviamente d’accordo il Pd che difende la misura dagli attacchi dell’ex. Così come fa il premier Giuseppe Conte, che difende l’impianto di una manovra che, secondo lui, fermando l’Iva (ma solo per il 2020, sia chiaro) avrebbe evitato una stangata da 542 euro a famiglia.
Bonomi: “Non parlateci di umanesimo, stupiteci”
Intanto gli imprenditori lombardi chiedono al governo un segnale di discontinuità, che archivi reddito di cittadinanza e quota 100, e non vogliono “fuffa”: “Non parlateci di nuovo umanesimo, stupiteci!”, dice Bonomi – possibile prossimo presidente di Confindustria – al premier seduto in prima fila con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Non servono pochi miliardi di abbattimento del cuneo, ma almeno 13 o 14”, afferma il presidente di Assolombarda. Per un “abbattimento strutturale del cuneo fiscale a favore dei lavoratori” Bonomi chiede di assorbire anche i 9,4 miliardi usati ogni anno per il bonus degli 80 euro. Ma Renzi, chiamato in causa, difende quanto fatto dal proprio governo e spiega che è il governo giallofucsia in difetto: “Non è il mio, è di salvezza nazionale”, chiarisce. Le parole dell’ex segretario dem mandano in tilt il Pd. Antonio Misiani, è netto: “Renzi sbaglia, siamo al governo per tagliare le tasse ai lavoratori“.
Renzi cerca la sponda del M5S
Ma il messaggio del leader di Iv potrebbe trovare una sponda nel M5S, tra le cui fila c’è chi scalpita per una manovra “più coraggiosa”. Potrebbe rinnovarsi l’asse tra Renzi e Di Maio che ha scosso il governo sul possibile aumento dell’Iva. Dal canto suo, il segretario dem Nicola Zingaretti cerca di serrare i ranghi: “Attenti, perché ogni distinguo e polemica è un favore a Salvini“.
Gualtieri punta alla spending review
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri spiega che per il 2021 si punta a dimezzare le clausole di salvaguardia dell’Iva (senza interventi sarebbero 28 miliardi) e poi impostare un lavoro triennale. La spending review per trovare risorse per il taglio delle tasse sarà portata avanti, annuncia il ministro, “da una commissione”. Conte assicura intanto “discontinuità e coraggio”. Non ci sarà “nessuna patrimoniale”, dichiara. Sempre Renzi, in una lettera al Corriere della Sera, propone la sua di ricetta – in totale controtendenza con quella di Conte e Gualtieri: “La vera rivoluzione è spendere meno in beni e servizi, è rimodulare il debito, è abbassare davvero le tasse“.
Tutte belle parole (e neanche l’idea di Renzi di fare cassa tagliando la spesa non è certo originale), ma come abbiamo visto negli anni (e nei governi Pd) passati, non si fanno soldi ritoccando le tasse qua e là senza rilanciare la crescita economica.
Adolfo Spezzaferro
1 commento
Caro Bonomi,
il nuovo umanesimo a me non piace, ma senza che ne parlino più, ci stiamo giá dentro, speriamo con una sola scarpa.
Io mi stupisco che tu desideri essere stupito.
Sei distratto dai miliardi, forse.