Palermo, 15 gen – Sono 83 i parlamentari della Regione Sicilia indagati dalla Procura di Palermo per uso illecito di fondi pubblici. Tra di loro anche il deputato del Pd e consulente del Welfare nella segreteria di Matteo Renzi, Davide Faraone. Nell’ambito dell’indagine rientrano anche 14 consulenti e dipendenti dei Gruppi. È l’ennesimo scandalo che colpisce il parlamento più antico del mondo, fondato da Ruggero II nel 1130.
Spese pazze per 10 milioni di euro che riguardano gioielli, cravatte, soggiorni in alberghi di lusso, borse e biancheria. Inoltre, secondo la Procura, con i soldi dei Gruppi sarebbero stati pagati regali di battesimo, di matrimonio e multe. E siccome la necessità aguzza l’ingegno, i parlamentari utilizzavano dei trucchi alquanto originali: per giustificare i rimborsi astronomici, qualcuno si faceva fare lo scontrino anche sulla mancia lasciata al bar.
Questa indagine per Faraone, che vagheggia da tempo una “rivoluzione liberale” con massiccio ingresso di capitali privati nella pubblica amministrazione, è un vero smacco: nella sua fulminante carriera (consigliere comunale a Palermo a soli 26 anni, poi deputato regionale, infine l’elezione a parlamentare arrivata un anno fa) ha sempre accusato i suoi avversari di una gestione poco oculata dei fondi pubblici dando di sé l’immagine di uomo onesto e brillante che ora gli si ritorce contro. Su Twitter alcuni sostenitori lo esortano alle dimissioni: “Fuori da tutto fino ad eventuale archiviazione”, “Devi fare un passo indietro. Nessuna ombra dentro il Pd”, “Il peculato è un reato grave…”.
Il M5S, che in Sicilia, alle elezioni, è riuscito ad essere il primo partito senza contare nulla al governo, attacca: “Il vecchio-nuovo Pd di Renzi inciampa nelle spese da…Faraone. Dopo l’inchiesta per peculato ai danni del parlamentare del Pd responsabile delle politiche di Welfare Davide Faraone, che cosa ha da dire Matteo Renzi? Perché non parla?”. Ostenta aplomb inglese in pieno stile liberale il diretto interessato: “Benissimo la Procura: indaghi. E se c’è qualche ladro deve pagare. Sono certo che emergerà chiaramente se c’è qualcuno che ha rubato e ha utilizzato le risorse per lucro personale. Per quel che mi riguarda, non ho ricevuto al momento alcuna comunicazione e sono comunque serenissimo. Anzi, quanto accaduto sarà l’occasione per far conoscere a tutti i modi in cui ognuno di noi utilizza le risorse destinate a fini politici e di rappresentanza”. Il governatore Crocetta, alle prese con la contestatissima manovra finanziaria regionale, preferisce non commentare la vicenda limitandosi ad un secco: “Il passato ci rincorre”, alludendo al fatto che le indagini si riferiscono alla precedente legislatura.
Matteo Renzi al momento temporeggia non ha rilasciato alcuna nota ufficiale.
Aurora Benincampi