Roma, 27 gen – Alexis Tsipars? “È contiguo al regime eurista”. Il Quirinale? “Mi fanno orrore tutti”. I grillini? “Venduti per un piatto di lenticchie”. Claudio Borghi, responsabile economico della Lega Nord, non è certo un tipo che le manda a dire. E se del nuovo premier greco l’economista non ha nessuna fiducia, riguardo alla situazione italiana dice: “La nostra è una legislatura viziata dal tradimento”.
Bce, Fmi, Casa Bianca, Borse e Ue plaudono all’elezione di Tsipras, dimostrando di non temerne affatto la presunta carica rivoluzionaria. Una reazione inaspettata?
Inaspettata per chi… non se l’aspettava. Personalmente ho sempre denunciato la contiguità di Tsipras con il regime eurista. Sin da quando quei signori che si presentarono in Italia con la lista Tsipras dichiararono che non intendevano uscire dall’Euro. Questa è la fine di ogni discorso: quando una forza di sinistra approva un sistema che è dimostrato essere mortale per l’economia e per l’occupazione, di cosa vogliamo parlare?
A destra, però, c’è chi parla di uno schiaffo all’Ue. Lo ha fatto anche Salvini, in verità…
Ma lo è stato, infatti. Lo è stato dal punto di vista dell’intenzione della gente che lo ha votato. Se lei ha visto le interviste fatte in strada ai greci, il voto a Tsipras è stato interpretato come un grande vaffanculo alla Merkel, alla Ue. Questo è positivo, solo che temo che non saranno accontentati…
Standard & Poor’s ha retrocesso a “spazzatura” il rating della Russia. Giudizio obbiettivo o guerra finanziaria?
Beh, che le agenzie di rating non siano affatto super partes, che non siano quelle Sibille incorrotte che magari qualcuno pensava, che abbiamo un sacco di conflitti di interesse ormai è cosa nota. Detto questo, stavolta mi sembra abbiano registrato una cosa evidente. Quando un Paese viene colpito nel suo principale prodotto, la cosa non può essere indolore, e non penso tanto alle sanzioni, con cui credo che la Russia avrebbe potuto convivere. Penso al crollo del prezzo del petrolio. Quando il valore di questa materia si dimezza è come se da un giorno all’altro si dimezzasse il fatturato di un’azienda.
Questione Quirinale: lei come vede la corsa al Colle?
Mi fanno orrore tutti e non ho nessuna aspettativa. Non ho alcuna speranza che venga eletto qualcuno che sia meno che eurista. Sia il Pd, sia – per pusillanimità o per un calcolo sbagliato – Forza Italia stanno inseguendo politiche che sono tutto il contrario di quelle che dovremmo attuare. Quindi cosa aspettarsi? Eleggeranno qualcuno che sarà gradito a Bruxelles mentre io mi aspetto, come ha detto anche Matteo Salvini, qualcuno che non sia gradito a Bruxelles. Ma non ci spero minimamente.
Si fa con insistenza il nome di Padoan. Le faranno pure orrore tutti, ma avere al Quirinale un ex funzionario del Fmi non sarebbe comunque un segnale anche simbolico deleterio?
Mah, guardi, a questo punto tanto vale giocare a carte scoperte. Meglio partiti smaccatamente euristi che situazioni ambigue come Tsipras o il Movimento 5 Stelle. Anche militarmente, fa più danno avere delle truppe che si crede essere alleate e che all’ultimo minuto ti si rivoltano contro, rivelandosi emissari del nemico, piuttosto che nemici dichiarati e palesi.
Insomma, la situazione è disperata?
Cosa vuole, d’altra parte questa è una legislatura viziata dal tradimento. Il tradimento di Forza Italia, che è stata votata non certo per fare da stampella a Renzi. Il tradimento interno al Pd, i cui elettori erano convinti di andare a votare per eleggere Bersani premier. Il tradimento dei 5 Stelle, che dovevano essere una forza antisistema e invece si sono venduti per un piatto di lenticchie.
Intervista a cura di Adriano Scianca
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