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Firenze, 11 set – “Io ho solo l’abitazione in cui vivo, insieme a mia moglie, e poiché è una piccola casa non ho la possibilità di ospitare altrimenti sicuramente lo farei”, così rispondeva l’altro giorno il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, con un tweet a chi gli chiedeva perché non si facesse avanti lui per primo, dopo aver istituito un numero di telefono regionale destinato a raccogliere le disponibilità di chi ha un appartamento vuoto, o comunque spazio nel proprio domicilio, dove ospitare gruppi di immigrati “richiedenti asilo”.
Un delirio di braccia aperte all’invasione e di trascuratezza verso i toscani e gli italiani, stando però ben attento a non sporcarsi le mani, che non aveva mancato di suscitare reazioni a un tempo dure e sarcastiche.
Oggi si scopre anche che lo stesso contenuto del messaggio diffusi via Twitter dal governatore toscano era una bugia, che rimane in tutta la sua gravità nonostante Rossi stesso avesse dopo breve tempo cancellato il messaggio incriminato insieme a tutta la relativa discussione.
Una bugia smascherata dal Giornale, facilmente verificabile sullo stesso sito della Regione Toscana alla pagina dell’Anagrafe pubblica del presidente, dalla quale è possibile scaricare la dichiarazione patrimoniale e la dichiarazione dei redditi, relative all’anno 2014, dalle quali si evince che, oltre all’abitazione utilizzata come prima casa (che non risulta menzionata), Enrico Rossi possiede al 50% un’abitazione di tipo civile a Vicopisano (Pisa), non di lusso ma – stando alla rendita catastale di 1.541 euro – sicuramente piuttosto grande, che risulta essere concessa in uso gratuito al padre, così come tre altri fondi non residenziali nello stesso comune e una simpatica barca a vela che dovrebbe essere il modello “beneteau oceanis 34” di una decina di metri di lunghezza.
Dalla dichiarazione dei redditi, inoltre, si evince un reddito complessivo di quasi 122mila euro, che si riduce a circa 75mila euro a valle delle imposte.
Pure se del tutto legittima, infine, rimane l’ombra del consenso negato dalla moglie, dal figlio e dal padre del Presidente rispetto alla pubblicazione dei dati inerenti la relativa situazione patrimoniale e dichiarazione dei redditi.
Insomma, per quanto è dato sapere, altro che “vorrei ma non posso”: il paladino dei finti rifugiati avrebbe invece ampia disponibilità per dare il suo buon esempio e mettersi alla testa del piccolo esercito di toscani che, inconsapevoli del male che fanno, e sempre secondo le dichiarazioni ufficiali della Regione, avrebbero offerto fino a ieri sera circa 250 posti. Un numero per altro che, dopo giorni dall’apertura della linea telefonica dedicata, appare alquanto esiguo, per di più trattandosi di mere manifestazioni di interesse, segno che forse anche i toscani fedeli alla linea hanno iniziato a capire.
Francesco Meneguzzo
Firenze, 11 set – “Io ho solo l’abitazione in cui vivo, insieme a mia moglie, e poiché è una piccola casa non ho la possibilità di ospitare altrimenti sicuramente lo farei”, così rispondeva l’altro giorno il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, con un tweet a chi gli chiedeva perché non si facesse avanti lui per primo, dopo aver istituito un numero di telefono regionale destinato a raccogliere le disponibilità di chi ha un appartamento vuoto, o comunque spazio nel proprio domicilio, dove ospitare gruppi di immigrati “richiedenti asilo”.
Un delirio di braccia aperte all’invasione e di trascuratezza verso i toscani e gli italiani, stando però ben attento a non sporcarsi le mani, che non aveva mancato di suscitare reazioni a un tempo dure e sarcastiche.
Oggi si scopre anche che lo stesso contenuto del messaggio diffusi via Twitter dal governatore toscano era una bugia, che rimane in tutta la sua gravità nonostante Rossi stesso avesse dopo breve tempo cancellato il messaggio incriminato insieme a tutta la relativa discussione.
Una bugia smascherata dal Giornale, facilmente verificabile sullo stesso sito della Regione Toscana alla pagina dell’Anagrafe pubblica del presidente, dalla quale è possibile scaricare la dichiarazione patrimoniale e la dichiarazione dei redditi, relative all’anno 2014, dalle quali si evince che, oltre all’abitazione utilizzata come prima casa (che non risulta menzionata), Enrico Rossi possiede al 50% un’abitazione di tipo civile a Vicopisano (Pisa), non di lusso ma – stando alla rendita catastale di 1.541 euro – sicuramente piuttosto grande, che risulta essere concessa in uso gratuito al padre, così come tre altri fondi non residenziali nello stesso comune e una simpatica barca a vela che dovrebbe essere il modello “beneteau oceanis 34” di una decina di metri di lunghezza.
Dalla dichiarazione dei redditi, inoltre, si evince un reddito complessivo di quasi 122mila euro, che si riduce a circa 75mila euro a valle delle imposte.
Pure se del tutto legittima, infine, rimane l’ombra del consenso negato dalla moglie, dal figlio e dal padre del Presidente rispetto alla pubblicazione dei dati inerenti la relativa situazione patrimoniale e dichiarazione dei redditi.
Insomma, per quanto è dato sapere, altro che “vorrei ma non posso”: il paladino dei finti rifugiati avrebbe invece ampia disponibilità per dare il suo buon esempio e mettersi alla testa del piccolo esercito di toscani che, inconsapevoli del male che fanno, e sempre secondo le dichiarazioni ufficiali della Regione, avrebbero offerto fino a ieri sera circa 250 posti. Un numero per altro che, dopo giorni dall’apertura della linea telefonica dedicata, appare alquanto esiguo, per di più trattandosi di mere manifestazioni di interesse, segno che forse anche i toscani fedeli alla linea hanno iniziato a capire.
Francesco Meneguzzo