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Legge elettorale, con un cavillo la Cassazione frena il referendum della Lega

by Adolfo Spezzaferro
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Torino, 22 ott – La Cassazione frena il referendum sulla legge elettorale voluto dalla Lega di Matteo Salvini. Per una questione meramente formale, la Corte di Cassazione ha chiesto agli otto Consigli regionali, Piemonte compreso, che il 30 settembre avevano presentato istanza di referendum abrogativo sulla legge elettorale, un’integrazione al quesito referendario e per farlo ha concesso tempo sino all’8 novembre. La Cassazione invita anche i promotori a cambiare la denominazione del quesito per la sua identificazione. Lo rende noto un comunicato della Regione Piemonte.

Che cosa dice la sentenza

La sentenza del 17 settembre, firmata dal presidente dell’ufficio centrale Vincenzo Di Cerbo, chiede infatti alle Regioni, e il Piemonte è una di queste, di integrare il testo del quesito referendario presentato dal Piemonte e da altre sette regioni per l’abolizione della quota proporzionale nella legge elettorale. I giudici sostengono infatti che non sia accettabile la dicitura sintetica prevista dalla legge approvata dal centrodestra in consiglio regionale a Palazzo Lascaris, dopo quattro giorni di ostruzionismo e barricate da parte dell’opposizione di Pd e Movimento 5 Stelle, ma che il quesito debba specificare “l’integrale trascrizione dei testi delle disposizioni di cui si chiede l’abrogazione”. La Corte chiede quindi che il titolo sia: “Abolizione del metodo proporzionale nell’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali, nel sistema elettorale della Camera dei Deputati e nel Senato della Repubblica“. La modifica, sostiene la Corte, dovrà essere fatta entro l’8 di novembre. Insomma, un cavillo, che però rallenta l’iter per il referendum fortemente voluto da Salvini.

Ora è tutto da rifare e il tempo stringe

Ora infatti sarà necessaria una nuova corsa contro il tempo. La legge va modificata in aula e ovviamente l’opposizione di M5S e Pd e sinistre varie farà di tutto per ostacolare la maggioranza. La prima versione del provvedimento, approvata in Piemonte e in altre Regioni a guida centrodestra su richiesta di Salvini, era stata approvata dopo un tour de force in aula, tra le proteste dei partiti di minoranza che accusavano il governatore Alberto Cirio e la sua maggioranza di occuparsi “dei problemi di Salvini e non di quelli del Piemonte”.

“Alla luce dell’ordinanza notificata dalla Corte di Cassazione e trattandosi di rilievi formali le otto Regioni che hanno depositato il quesito nei prossimi giorni procederanno all’integrazione formale e alla condivisione del titolo come richiesto dalla Cassazione“, fa sapere il senatore della Lega Roberto Calderoli.

Adolfo Spezzaferro

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