Padova, 7 giu – Padovano doc, 60 anni, da sempre in prima linea per difendere la sua città. E’ una lunga storia di passione politica quella di Maurizio Meridi, iniziata come militante e consigliere nelle fila dell’Msi e che continua oggi come candidato sindaco di CasaPound. Una scelta maturata dopo la caduta della giunta Bitonci, visto che come ama ripetere Meridi, il sindaco “sceriffo” della Lega “ha dimostrato di avere la pistola scarica su temi fondamentali come lotta all’immigrazione e al degrado”.
CasaPound a Padova, una sfida non facile. Perché i cittadini dovrebbero scegliere Meridi per il dopo Bitonci?
Perché noi corriamo da soli e non dobbiamo sottostare a nessun compromesso, ai ricatti di questa o quella parrocchietta. La caduta della giunta Bitonci parla chiaro in merito. Noi abbiamo un programma chiaro, pochi punti precisi, che si rivolgono esclusivamente ai padovani. Bitonci ha fallito nella sua impresa, si è dimostrato uno sceriffo con la pistola scarica. I padovani devono riprendersi quei quartieri dove la sostituzione degli italiani con gli immigrati è già avvenuta. Noi siamo l’alternativa al buonismo ma anche ai finti proclami di tolleranza zero.
Quali sono le priorità per Padova secondo CasaPound?
Senza dubbio la sicurezza. Ci sono aree che affondano nel degrado come la stazione, Arcella e Mortise. Zone franche dove non vige più la legge italiana, dove girare dopo il tramonto è impossibile, occupate da centinaia di spacciatori e sbandati durante il giorno. Come CasaPound vogliamo far riaprire i negozi chiusi in queste zone, concedendo sgravi fiscali sulle imposte comunali ai proprietari se affitteranno i locali a italiani. E soprattutto che vendano prodotti consoni alla nostra cultura, ci sono zone dove è difficile comprare il pane mentre trovi decine di kebab. La polizia locale dovrebbe poi controllare veramente il territorio e non limitarsi a fare le multe in centro. Non possiamo poi non pensare alla disoccupazione giovanile che colpisce Padova. Ci sono molti stabili comunali vuoti o abbandonati che potrebbero diventare degli incubatori di impresa, uffici da assegnare per bando a giovani professionisti o aziende neo costituite a cui far pagare solo le spese. L’affitto per due anni è gratuito, poi vai avanti con le tue gambe. Un’altra priorità è senza dubbio il contrasto dell’emergenza abitativa, che va combattuta costruendo nuove case e ristrutturando quelle già esistenti, riformando le graduatorie per mettere in cima gli italiani. A tal proposito è bene ricordare che il sindaco leghista Bitonci dentro le case popolari ci ha messo i rom, dopo averli sgomberati da un campo abusivo. Noi proponiamo il Muto Sociale, ma destinato solo agli italiani.
Bitonci ha fatto abbastanza per contrastare l’immigrazione?
Sicuramente è stato limitato dalla sua maggioranza ma poteva fare di più. I suo proclami in cui prometteva di ripulire la città sono stati stracciati. Il caso del parco Prandina, della caserma sfitta in cui nel luglio 2015 il prefetto mandò i (finti) profughi è emblematico. La Lega aveva fatto proclami in cui prometteva di fare le barricate, avevano montato un gazebo affianco alla caserma Prandina ma quando è arrivato il primo pullman con gli immigrati a bordo nessuno si è mosso. Anzi, l’unico ad essersi posto davanti al pullman sono stato io, con i leghisti rimasti lì fermi a guardarmi. Bitonci ha provato a fare qualcosa con ordinanze che ordinavano di chiudere i negozi alle 21, anche valide da un certo punto di vista, ma così ha danneggiato anche i negozi di italiani che magari rimanevano aperti fino alle 22, facendogli perdere clienti. Se vuoi fare un’ordinanza per chiudere i kebab, fai un’ordinanza per chiudere i kebab. Bitonci era stato prima sindaco di Cittadella che ha 30 mila abitanti, ma Padova è un’altra cosa e secondo me ha perso l’idea della dimensione della città.
Che campagna elettorale è stata? Ci sono stati episodi particolari?
Intanto ci tengo a sottolineare che la nostra è stata la campagna elettorale più economica, visto che abbiamo speso solo 1075 euro. Questo è il nostro modo di fare politica, non si possono spendere decine di migliaia di euro come fatto da Bitonci, che da mesi è fuori con i cartelloni 6×6, quando i nostri anziani rovistano nei mercati in cerca di cibo tra gli scarti. I cittadini di Padova hanno imparato a conoscerci ancora di più e spesso ci hanno ringraziato, come quando a Prato della Valle, la piazza più bella d’Europa, abbiamo manifestato contro la trasformazione di un bellissimo palazzo dell’800 in un centro commerciale, chiedendo di trasformarlo in un centro di aggregazione giovanile, cultura, biblioteche, aule studio. Questo per noi vuol dire difendere la nostra città.
a cura di Davide Romano