Roma, 7 gen – La norma salva-Silvio? Tutto rimandato. “Tutti i decreti delegati saranno discussi nel Consiglio dei ministri del 20 febbraio”, ha spiegato il premier Matteo Renzi, che ha aggiunto: “Non facciamo norme ad personam, né contra personam”.
Il passaggio della riforma del fisco in cui si esclude la punibilità quando l’importo delle imposte sui redditi evase “non è superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato”, quindi, verrà discusso più in là. Dopo l’elezione del Capo dello Stato. Una mossa che dovrebbe diradare le polemiche ma che invece ne suscita di nuove.
Rimandare la discussione su una norma pro-Berlusconi dopo la partita per il Quirinale, infatti, significa mettere una spada di Damocle sopra la testa dell’ex premier. Come sappiamo, nel processo Mediaset, Silvio Berlusconi è stato condannato a quattro anni di reclusione (tre condonati) e a due anni di interdizione dai pubblici uffici per una frode fiscale di 7 milioni di euro, pari a meno del 2% dell’imponibile. Con la nuova norma l’ex Cavaliere potrebbe veder cancellata la condanna e azzerati gli effetti della legge Severino nei suoi riguardi, con il pieno ritorno all’“agibilità politica”.
Insomma, Renzi si è messo Berlusconi nel taschino. Con che coraggio, adesso, l’ex premier potrà puntare i piedi o andare allo scontro con Palazzo Chigi, sapendo che di lì a qualche settimana verrà discussa una norma da cui dipende la sua possibilità di tornare a fare politica in modo pieno?
Di Renzi si può dire tutto, ma non che non sia astuto…
Giorgio Nigra