La proposta di legge ovviamente non legalizzerebbe lo spaccio, che rimarrebbe comunque illecito, ma stabilisce il principio della lecita detenzione di una quantità di cannabis per uso ricreativo pari a 5 grammi – che diventano 15 nel proprio domicilio privato – senza il bisogno di alcuna autorizzazione o comunicazione alle autorità pubbliche. Altro aspetto importante è quello della coltivazione, visto che sarà possibile coltivare fino a 5 piante di cannabis di sesso femminile. Ma se in parlamento si è creato un fronte piuttosto trasversale per far approvare la proposta di legge, c’è anche chi esprime delle obiezioni e delle perplessità, come il ministro per gli Affari Regionali Enrico Costa: “Con una mano combattiamo le ludopatie, i tumori, la tossicodipendenza e, con l’altra mano, godiamo delle risorse derivanti dal gioco, dal fumo e, magari domani, dalla legalizzazione della cannabis. È coerente tutto questo?”.
Per la vendita al dettaglio dei “prodotti” derivanti dalla cannabis verrebbe in ogni caso istituito il regime di monopolio, mentre verrebbe semplificata anche la procedura per l’individuazione delle aree per la coltivazione di cannabis destinata a preparazioni medicinali e delle aziende farmaceutiche autorizzate a produrle, in modo da soddisfare il fabbisogno nazionale. Rimarrebbe comunque il divieto di fumo di marijuana e hashish in luoghi pubblici, aperti al pubblico e negli ambienti di lavoro, pubblici e privati. Sarà possibile fumare solo in spazi privati, sia al chiuso, che all’aperto.
Davide Romano
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