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Il Pd deride i Marò ammalati: alla festa dell’Unità di Milano diventano un cocktail satirico

by Francesco Meneguzzo
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Sopra, i due Marò, sotto, il menu satirico di cocktail alla festa dell’Unità di Milano


Milano, 30 ago – Se il diavolo si nasconde nei dettagli, i “giovani democratici” sono riusciti a scoperchiare le porte del loro inferno mentale personale alla festa dell’Unità di Milano, proponendo nel menù di cocktail la voce “I due Marò”, accanto ad altre denominazioni tanto esilaranti quanto una barzelletta in sacrestia, tutte sagacemente scritta in falsi caratteri cirillici, forse lontana nostalgia della defunta terra dei Soviet.
Un inferno, il loro, ribollente di odio anti-italiano o almeno di autorazzismo, lo stesso che sempre con ineguagliabile ironia portò, in occasione del carnevale 2014 a premiare, in un circolo Arci emiliano, due idioti travestiti da fucilieri di Marina che indossavano il cartello “Che due Marò”.
Secondo Libero, che ha scovato la geniale trovata dei giovani dem, la cosa non sarebbe andata a genio neppure all’Unità stessa, che si è presa il lusso di criticare l’iniziativa, portando successivamente a sostituire la dizione originale con l’enigmatica “El Brando” – e non ci prenderemo certo la briga di cercare di capire cosa significhi.
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La maschera premiata da un circolo Arci emiliano al Carnevale 2014


A parte il fatto che i due soldati Italiani si trovano da tre anni e mezzo in balia della non-giustizia indiana, che soltanto molto recentemente qualcosa potrebbe essersi mosso per aprire uno spiraglio nell’incredibile vicenda, evidentemente agli spensierati ragazzotti non deve essere passato nemmeno per la testa che a causa dell’ingiusta detenzione uno dei due Marò, Massimiliano Latorre, ha subìto un ictus oltre un anno fa ed è ancora in riabilitazione, mentre l’altro, Salvatore Girone, ha da poco contratto la temibile febbre Dengue, per la quale è attualmente in cura in ospedale a New Delhi con l’assistenza di due medici militari italiani. Chi sa mai se, apprendendolo, possano provare un po’ di vergogna.
Come non sottolineare, infine, una differenza diremmo quasi antropologica, che la dice lunga sulla differenza tra “noi” e “loro”: mentre gli allegri democratici si fanno beffe dei due servitori della Nazione per anni praticamente abbandonati in mani ostili a 10mila km di distanza, qualche mese fa scrivemmo su questo giornale, a proposito delle due sciagurate finte cooperanti sequestrate in Siria mentre servivano la causa dei tagliagole dell’Isis: “…nonostante tutti questi elementi di problematicità, Vanessa e Greta devono tornare a casa prima possibile, sane e salve. Perché sono italiane. Uno Stato serio salva i suoi concittadini, anche quando non se lo meritano. Anche perché non sappiamo quanti possano permettersi il lusso di volere uno Stato che salvi solo chi se lo merita”.
È chiara la differenza?
Francesco Meneguzzo

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5 comments

Anonimo 31 Agosto 2015 - 10:06

comunisti del cazzo

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francesco retolatto 31 Agosto 2015 - 11:25

Quanto al commento dell’anonimo che mi ha preceduto non posso che concordare, articolerei un po più il discorso, però.
E’ l’odio anti-italiano, anti nazionale alla radice di questi ignobili comportamenti da indagare e non il solito discorso sulla testa di cazzo comunista. Perché non spiega nulla dire comunista del cazzo.

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Pietro Antonio D'Ugo 31 Agosto 2015 - 5:29

Commentare le stupidaggini di coloro che hanno sempre tramato per consegnare l’Italia ai comunisti stranieri significherebbe dar loro troppa importanza.

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Luigi 31 Agosto 2015 - 9:44

Qui non c’entrano nulla comunisti e fascisti, destra e sinistra. Purtroppo a farla da padrone è l’idiozia. Anche a voler dare per scontato l’errore dei due Marò, qui è in gioco la sovranità italiana. Dovremmo recuperare l’orgoglio di rivendicarla e difenderla. Se fosse accaduto a due militari sovietici (comunisti?!!) o americani (non comunisti) entrambe le “Patrie” avrebbero mandato le forze speciali a riprendersi.

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Anonimo 1 Settembre 2015 - 5:16

Ma volete capire che i Marò sono andati a proteggere una nave Italiana come guardia privata armata, Sicurezza pubblica a pagamento. Con il monopolio del Ministero della difesa. Gli armatori italiani per proteggere il loro carico dai pirati, si possono avvalere del supporto della Marina militare (o di altre forze armate) pagando però “tutti gli aspetti connessi all’attività”. Lo dice la legge (decreto legge n.107 convertito con la legge n.130 del 2 agosto 2011). Il costo che il proprietario del mercantile è costretto a sostenere è sostanzioso. Tremila euro al giorno per una pattuglia composta da sei marò per l’intera durata del viaggio, che può richiedere da un minimo di 10 giorni a un massimo di 18 giorni.

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