A sentirla parlare di drammi e tragedie, con il tono di voce spezzato, Laura Boldrini è davvero commovente. Quando invece si fa alfiere di battaglie, come quella contro Miss Italia (“basta ragazze seminude in tv” aveva dichiarato), gli italiani gradiscono un po’ meno perché preferirebbero che la politica si occupasse di una disoccupazione giovanile quasi al 40%, dell’aumento dell’Iva e della crisi di governo, non di condurre crociate contro Miss Italia.
Poi si scopre che la terza carica dello Stato, paladina dei diritti delle donne, negli anni ’80 lavorava come assistente di regia per “Cocco” . Nel programma della Rai ideato da Pier Paolo Pingitore, il creatore del Bagaglino, le avvenenti ragazze che ballavano freneticamente, si chiamavano “Spogliatelle”. “È stato solo per tre mesi!” si è giustificata Laura Boldrini, intercettata da Valerio Staffelli di Striscia la notizia che voleva consegnarle un “tapiro d’oro” al Festival del Diritto di Piacenza, prima che le guardie del corpo del presidente della Camera allontanassero il giornalista di Canale 5.
Laura Boldrini si configura dunque come specchio della classe politica: moralista fino a rasentare la pedanteria e incoerente. A ciò si aggiunga che le battaglie della pasionaria di Sel oltre che false sono inutili. Si pensi a dichiarazioni come quella rilasciata il 23 Settembre: “Non può essere concepito uno spot in cui i bambini e il papà sono seduti e la mamma serve a tavola”. Da qui si evince l’immagine di una politica totalmente scollata dai problemi reali dell’Italia. Eppure nella sua carriera un po’ strana che l’ha vista prima assistente di regia poi impegnata con l’Onu e la Fao, infine presidente della Camera, Laura Boldrini avrebbe dovuto imparare che non bastano proclami e spot televisivi per risollevare un paese da una crisi epocale.
Michael Mocci