Roma, 19 dic – Il sindaco di Roma Virginia Raggi assolta nel processo d’appello sulle discusse nomine in Campidoglio. Già assolta in corte d’assise “perché il fatto non costituisce reato”, i giudici del secondo grado non si discostano dalla decisione dei colleghi. Questo nonostante il pm avesse chiesto dieci mesi di reclusione per falso ideologico.
La Raggi assolta lancia frecciate al M5S
“Questa è una mia vittoria, del mio staff, delle persone che mi sono state a fianco in questi quattro lunghi anni di solitudine politica ma non umana”, ha dichiarato la Raggi dopo la lettura della sentenza. “Credo – ha aggiunto – che debbano riflettere in tanti, anche e soprattutto, all’interno del M5S“.
Il riferimento della frecciata è alla vera e propria spaccatura all’interno del movimento sulla vicenda. Se il reggente Vito Crimi e la capogruppo in regione Lazio Roberta Lombardi si erano dichiarati attendisti, dall’altro lato Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista si erano schierati apertamente dalla parte del primo cittadino.
Si riapre la partita delle comunali
Con Virginia Raggi assolta, le latenti tensioni all’interno dello schieramento grillino rischiano ora di peggiorare ulteriormente. Se non di esplodere. Nel mirino ci sono le elezioni amministrative previste il prossimo anno. Non è infatti un mistero che tra i Cinque Stelle la ricandidatura dell’attuale sindaco non fosse ben vista da tutti.
A partire dalla già citata Roberta Lombardi, che agisce da vero e proprio dominus a livello locale, la quale – facendosi scudo delle numerose magre figure raccolte dalla “sindaca” – non più tardi dello scorso settembre accusava l’attuale inquilino del Campidoglio di pensare “più alla carriera che alla propria forza politica”. Un’accusa a tutto tondo che potrebbe nascondere un qualche accordo in fieri, così come già a livello nazionale, con il Partito Democratico. Se l’idea era quella di sfruttare la via processuale per sbarazzarsi della Raggi, ora le cose sembrano complicarsi.
Nicola Mattei