Roma, 9 ott – La pervasività dello stato sociale oltre ogni limite ragionevole e soprattutto a prescindere dalla responsabilità individuale quale potentissima causa di attrazione dell’invasione immigratoria.
Questo lo spunto principale offerto da un articolo di Nick Giambruno sull’International Man, noto sito americano di analisi economico-finanziaria della Casey Research fondata da Doug Casey, saggista e già collaboratore del New York Times.
Secondo l’analista e inviato internazionale, mentre le ragioni a monte della crisi immigratoria in Europa sono da ricercarsi nella disastrosa politica americana, con il vecchio continente al seguito, abbattutasi insieme alle bombe e ai rovesciamenti di regime – riusciti e tentati – dal nord Africa alla Somalia al medio oriente e fino all’Afghanistan (e fin qui niente di nuovo), e l’idea di una presunta agenda segreta di sostituzione di popolo rappresentano al massimo una speculazione su un problema già creato per altra via – e su questo possiamo forse avere dei dubbi in come documentato su queste colonne – l’Europa stessa si sarebbe offerta quale meta privilegiata grazie al suo generoso ma inefficiente stato sociale.
“Non è una coincidenza che il flusso maggiore di rifugiati stia dirigendosi verso paesi con i più generosi benefici dello stato sociale, specialmente Germania e nazioni scandinave. Se non ci fossero così tanti benefici regalati in quei paesi, non ci sarebbero neppure così tanti profughi desiderosi di raccoglierli”, sostiene Giambruno.
È così che si sarebbe creata la combinazione perfetta per l’invasione, rispetto alla quale l’unica soluzione sarebbe evitare di mettere le mani sul medio oriente, consentendone la propria auto-organizzazione, e ripensare a fondo la struttura del welfare.
Forme estreme di assistenza che prescindano dalla responsabilità individuale, consentendo anche a chi non soltanto non lavora ma non lo cerca neppure pur non trovandosi in condizioni di inabilità, di percepire un reddito e benefici vari, come l’abitazione, per il solo fatto di essere cittadino o anche solo residente in un paese, non fanno che richiamare sempre più individui la cui predisposizione all’impegno e al sacrificio è prossima allo zero.
Il tutto aggravato dal fatto che il mantenimento di livelli tanto elevati quanto insostenibili dello stato sociale è consentito ormai soltanto dal debito, o in altri termini dalla creazione di denaro dal nulla e dalla politica degli interessi zero o negativi che, per altri versi – ma è una faccia della stessa medaglia – non fa che creare bolle speculative e portare a una allocazione fortemente inefficiente delle risorse e dei capitali. Che, in un futuro forse prossimo, segnala l’analista, potrebbe portare a fenomeni estremi quale “iperinflazione e distruzione sistematica della ricchezza”.
La combinazione diabolica, in Italia, tra lo ius soli che si avvia a diventare legge e la proposta di reddito di cittadinanza cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle e sciagurato apice dell’inefficienza nella distribuzione della ricchezza, oltre a rappresentare in se’ un danno incommensurabile per le finanze dello Stato e la stessa coesione sociale, costituirebbero un vero ponte dorato per l’accoglienza degli immigrati a prescindere, tanto attrattivo da fare concorrenza a paesi come la Svezia e la Germania, ovviamente a scapito della popolazione italiana che anche in questi tempi grami dimostra una tenacia degna di ben altri governanti nonché di aspiranti tali come i grillini.
Francesco Meneguzzo