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Referendum, grande rimonta del No nei sondaggi: “Ora la partita è aperta”

by Elena Sempione
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Referendum taglio dei parlamentari

Roma, 8 set – Mancano due settimane scarse al grande appuntamento elettorale di questo autunno. Il 20-21 settembre, infatti, ci saranno sia le Regionali che il voto al referendum per il taglio dei parlamentari. Questa tornata, com’è noto, sta mettendo in grande agitazione le forze di governo: Pd e M5S temono di subire una disfatta clamorosa che potrebbe ripercuotersi sulla tenuta stessa dell’esecutivo giallofucsia. A preoccupare, però, non è solo la situazione in bilico in Toscana, dove il centrodestra potrebbe fare il colpaccio ed espugnare la storica «roccaforte rossa». Gli ultimi sondaggi avvertono che anche il Sì al referendum – sposato dall’asse Pd-M5S – non appare più tanto scontato.

La partita incrociata di referendum e Regionali

A parlare di una sensibile risalita del No era stata già una settimana fa Alessandra Ghisleri, che aveva fotografato una situazione che non vedeva più il Sì in vantaggio con maggioranze bulgare. Ma ora, a lanciare una vera e propria bomba nel campo giallofucsia, è stato il politologo Roberto D’Alimonte. Intervistato dall’Huffington Post, D’Alimonte ha infatti avvertito che «i nostri sondaggi sono chiari: nelle sei Regioni che abbiamo analizzato il No si attesta intorno al 40-45%, ed è in crescita, in Toscana arriva al 50%. Certo, i numeri sono ballerini, ma la lacerazione c’è».

Che cosa dicono i sondaggi

Il trend è stato registrato anche dal sondaggista Alessandro Amadori: «Siamo passati da valori dell’80 o 90 per cento a favore del Sì, a un più equilibrato 60-70 contro 30-40 per cento. Il No, dunque, non è marginale, e in teoria potrebbe crescere anche significativamente in funzione di una maggiore “politicizzazione” della campagna». La rimonta del No, insomma, è evidente, come rilevato anche da Renato Mannheimer: «Anche nei nostri dati vediamo il No in salita, poi c’è una percentuale di indecisi ancora alta, tra il 20-30%, perciò tutto è ancora possibile. Il No paga il fatto di aver cominciato la campagna molto in ritardo, gli elettori li sta conquistando adesso, prima non c’era storia. Poi al No è mancato il supporto dei partiti, nessuno ha fatto campagna per il No mentre il M5S lo sta facendo per il Sì. Direi comunque che le variabili in campo sono molte dall’affluenza al voto alla massa di indecisi, quindi la partita non è per nulla scontata».

Elena Sempione

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Taglio sì, taglio no, taglio forse. Anche sul referendum il centrodestra ha toppato | Il Primato Nazionale 9 Settembre 2020 - 1:35

[…] seguire il vento dell’antipolitica con tutto il suo odio per la «casta». Salvo poi scoprire – sondaggi alla mano – che gli italiani non sono poi tanto d’accordo con queste misure demagogiche. Insomma, se non […]

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