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Sardine Ets: tutto quello che non torna nella nuova veste del movimento

by La Redazione
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Il leader delle Sardine Mattia Santori

Roma, 4 gen – “Associazione 6000 Sardine E.T.S.- Sede legale in Via Dante 3/c, 40069 Zola Predosa (Bo) – Italia. NB si precisa che è attualmente in corso la messa a punto di tutti gli adempimenti necessari alla registrazione al Runts”. Tratto dal sito “6000sardine.it”.

Ripartiamo da questo breve “disclaimer” (come dicono quelli bravi), per continuare a cercare di capire cosa sono le Sardine. Anche col rischio di attirare più attenzione ed importanza di quanto questo “oggetto misterioso” meriti.

Sardine Ets

“Ets” sta per Ente del Terzo Settore, definizione – prevista dalla Riforma del no-profit del 2017 non ancora entrata pienamente in vigore – che dovrebbe sostituire le varie figure di enti senza fini di lucro ovvero le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, le Onlus, le associazioni riconosciute o non riconosciute, le reti associative o altri enti privati non societari. Da precisare che le formazioni o le associazioni politiche o sindacali non possono qualificarsi come no-profit (pur potendo legittimamente avere, ispirare o ispirarsi ad una certa ideologia o collocazione politica). “RUNTS” è invece il (minaccioso) acronimo di “registro unico nazionale del terzo settore” e deve ancora nascere.

Come ogni riforma italiana che si rispetti, anche questa ha il suo periodo (stabilmente) transitorio, durante il quale gli enti no-profit possono iscriversi negli attuali registri regionali previsti dalla vecchia normativa, fruendo di un regime fiscale più favorevole, in virtù dell’assenza di lucro e del perseguimento di scopi di utilità sociale.

Al momento, possono però fregiarsi del futuristico titolo ETS solo i vecchi enti no-profit già iscritti nei registri attualmente esistenti.

Ultimo domicilio conosciuto

In base alle ricerche che abbiamo sinora condotto, l’associazione “6000 sardine ETS” (o anche semplicemente “6000 Sardine” o “Sardine” (ma abbiamo provato anche con “Sarde” e – battutaccia! – “Pesce Azzurro”) non risulta iscritta nei registri dell’Emilia Romagna (regione che ha dato i natali, oltre che la sede legale, del movimento in questione; e qui anzi, al 30/12/2019 non risulta nemmeno presentata una domanda), né in quelli del Lazio o della Lombardia (i più plausibili territori di riferimento, per movimenti che aspirino ad azioni di respiro nazionale, specialmente di tipo politico o sociale).

Potremmo continuare le nostre ricerche presso i registri di ciascuna delle restanti regioni italiane, se non altro per conoscere lo statuto e le regole di governance che il movimento si è dato, al fine di capire chi decide cosa, quando e come, specialmente in merito ai fondi, già cospicui (€63mila al 2/1/2020), incamerati a seguito dell’iniziativa lanciata sulla piattaforma emiliano-romagnola “Ideaginger”, partita poco prima di Natale. Statuto che, a quanto si legge nella pagina del progetto su Ideaginger, è “bellissimo”,  ma – mannaggia! – “che fatica” scriverlo! Sarà forse ancora più faticoso ottenerlo e leggerlo? Allora varrebbe la pena continuare tali ricerche, giacché un invito, nel senso della trasparenza, già indirizzato all’email presente sulla pagina della piattaforma non ha avuto ancora alcun riscontro.

La Grande Bellezza

L’ideatore del progetto Mattia Santori presenta sulla piattaforma di raccolta fondi le “6000 sardine [come] un’associazione che promuove, facilita e difende il dialogo e l’ascolto in tutte le relazioni umane, in qualsiasi ambito sociale, politico e istituzionale. Un gruppo di persone che si riconosce nei valori della democrazia e dell’uguaglianza come espressione della responsabilità individuale basata sull’empatia, il pensiero critico e il rispetto dell’altro. L’associazione crede nel linguaggio della cultura, dell’arte, della creatività e della non violenza come fondamento e strumento di arricchimento di ogni forma di comunicazione e relazione”.

Recitata la supercazzola programmatica di rito, si illustrano gli obiettivi del progetto: organizzare un non meglio specificato “evento di cultura, musica e parole e invitare tutta l’Emilia-Romagna [per] il 19 gennaio 2020 [ad] una grande festa regionale della democrazia, dell’arte, della musica e del pensiero. Parole, suoni e linguaggi renderanno percepibile la Bellezza. Un altro momento destinato a rimanere nella memoria collettiva”. Anche perché quei giorni segneranno le battute finali della campagna elettorale del candidato Pd Bonaccini?

I fondi raccolti serviranno a:

– “Allestire il palco: dove? Di che dimensioni? Quali personaggi lo calcheranno? Artisti, musicisti, intellettuali … politici? Peraltro dovrebbe trattarsi di personaggi disponibili a titolo gratuito, come specificato nella pagina Ideaginger del progetto;

“Garantire un impianto audio e luci professionale che renderà l’evento indimenticabile”;

– “Gestire la sicurezza dell’evento”: mediante volontari? O imprese di security specializzate?

– “Ripulire la piazza”: mediante volontari? O imprese di pulizia specializzate?

– “Documentare tutto l’evento con registrazioni audio e video”;

– “Coprire le spese accessorie”: quali? Di che tipo?

Per i donatori ci auguriamo che la rendicontazione dell’utilizzo del denaro raccolto sarà meno vaga rispetto alla romantica descrizione del progetto, anche perché le regole di bilancio degli enti no-profit registrati (come ci aspettiamo sia registrato un soggetto che si definisce ETS) sono piuttosto rigorose.

Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?”

In ogni caso resta l’interrogativo di fondo: siamo davanti al progetto di un centrosinistra politicamente devirilizzato, ma ancora in possesso di un apparecchio burocratico-organizzativo di tutto rispetto, frutto delle fatiche e dell’obiettivo genio (non ereditato) dei padri? O c’è qualcosa di più sofisticato in gioco, tipo le “rivoluzioni colorate” fatte in taluni paesi dell’ex-URSS, nei primi anni 2000, e sospette di essere orchestrate da élite o addirittura potenze estere, dannatamente più serie e pericolose delle nostre “sinistre”, per incanalare lo scontento generale, arrivando al (o mantenendo il) potere (quello vero). O, tutto sommato, non si tratterà invece che di un (nuovo ed in fondo comprensibile) tentativo (dopo quello del M5S) di buoni giovanotti che, mancando di soddisfacenti opportunità (e taluni, forse, anche di capacità) professionali, ripiegano sulla costituzione di vere e proprie start-up imprenditorial-politiche sperando di fare fortuna nella “cosa pubblica”? In quest’ultimo caso, troveranno nel M5S l’esempio palmare di “cosa non fare” per guadagnare successo e credibilità: dopo aver visto le stelle trasformate in stalle, i pescetti sono di un bel pezzo avvantaggiati.

Luca Pellegrino

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3 comments

Jos 4 Gennaio 2020 - 5:06

….lo sguardo vuoto, alla di maio, ce l’ha….. 5sardePd…

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SergioM 4 Gennaio 2020 - 10:43

facies sardinis

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blackwater 7 Gennaio 2020 - 9:37

game over. se fate un salto sullla pagina ufficiale FB delle sardine,”troverete” una montagna di commenti cancellati (basta fare una facile differenza tra quelli totali contati su ogni post e quelli che effettivamente si possono leggere). Quando ti ritrovi a cancellare ed a censurare il dissenso,altrimenti questo rappresenta più della metà degli interventi,il tuo ruolo politico è terminato.

rimane comunque come eredità simbolica,un cerchiello per capelli.

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