Roma, 13 feb – La seduta fiume alla Camera sul ddl Boschi sulle riforme manda su tutte le furie le opposizioni, che minacciano il Vietnam parlamentare. Il Pd ha infatti imposto l’accelerazione per arrivare entro sabato ad approvare tutti gli articoli, limitando di fatto i tempi e i modi del dibattito parlamentare. E alla fine scatta l’Aventino, con Sel, M5s, Fdi, Fi una decina di ex grillini che lasciano l’aula. Cuperlo e Fassina, leader della minoranza Pd, annunciano di restare in Aula e di non votare.
“Vedranno i sorci verdi. Non è accettabile un governo che abbia questi atteggiamenti”, tuona il capogruppo Fi Renato Brunetta, in conferenza stampa congiunta a Montecitorio con Sel, Lega e Fratelli d’Italia.
Sotto accusa anche il comportamento del premier. Ieri dopo la mezzanotte, infatti, Matteo Renzi è piombato a Montecitorio proprio per dare un segnale contro l’ostruzionismo. Ai deputati delle altre forze politiche avrebbe informalmente spiegato i motivi per cui occorre andare avanti. Sono otto mesi – avrebbe detto, – che le riforme sono bloccate alla Camera. Se questa Camera non riesce a votare le riforme andiamo al voto, avrebbe aggiunto, e allora dico al Paese quello che sta succedendo e noi stravinciamo.
Brunetta incalza: “Non si è mai visto un premier che in un momento drammatico piomba in Aula a sfidare le opposizioni, peggio ancora a controllare i suoi parlamentari. È inaccettabile, insopportabile. Questa riflessione noi la porteremo fuori di qua, le urleremo fuori dal palazzo”.
“Pensiamo che l’arroganza di Pd e i Renzi non abbia precedenti. La scelta della seduta fiume su un terzo della Costituzione non è mai accaduto nella storia della Repubblica” dice Arturo Scotto, capogruppo di Sel. Intanto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceverà da martedì prossimo le opposizioni, separatamente, gruppo per gruppo.
Ma il premier non demorde: “Non mi sono fatto ricattare da Berlusconi sul presidente della Repubblica, non mi farò ricattare da Grillo sulla riforma della Costituzione”.