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Mattarella alle Ardeatine: un messaggio chiarissimo

by Adriano Scianca
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ardeatineRoma, 1 feb – Il primo gesto ufficiale del nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato di recarsi alle Fosse Ardeatine.

“L’alleanza tra nazioni e popolo – ha commentato il nuovo inquilino del Colle – seppe battere l’odio nazista, razzista, antisemita e totalitario di cui questo luogo è simbolo doloroso. La stessa unità in Europa e nel mondo saprà battere chi vuole trascinarci in una nuova stagione di terrore”.

Che la Seconda guerra mondiale sia stata decisa dalla “alleanza tra nazioni e popolo”, qualsiasi cosa ciò voglia dire, è abbastanza dubbio. Ma voli pindarici storiografici a parte, il messaggio lanciato da Mattarella è chiaro.

Ora, sia chiaro, quanto successo alle Fosse Ardeatine è una terribile tragedia. Conosciamo anche il dibattito storico-politico sulla genesi di quell’eccidio: via Rasella, la strategia dei partigiani romani volti a “svegliare” una città che appariva troppo sonnolenta rispetto alla “occupazione”, le faide interne alla Resistenza, la questione se gli attentatori sapessero o meno delle proporzioni della rappresaglia che avrebbero generato etc. Sono tutte storie vecchie che chi è interessato ha letto e riletto mille volte e chi si accontenta della retorica ufficiale non ha letto e non leggerà mai.

Ma qui non si tratta di mettere in piedi un dibattito storiografico. Le Fosse Ardeatine, qui, valgono come simbolo, così come simbolico è stato l’atto di Mattarella. Ovviamente nessuno aveva motivo di attribuire velleità revisionistiche a questo notabile democristiano e fondatore del Pd.

Ma anche per un personaggio così inserito nella storia politica della “Repubblica nata dalla Resistenza”, il gesto di ieri era non scontato. E quindi appare come un messaggio. Per dire cosa?

Che il suo mandato sarà tutto politico. Che la sua presidenza avrà una direzione ben precisa. Che egli si porrà a garanzia non del libero confronto politico ma della Ue, proseguendo la battaglia di Napolitano contro i “populismi” e gli “estremismi”, cioè contro una fetta consistente della società italiana e di una fetta dello stesso Parlamento. Che certi assetti nazionali e sovranazionali hanno trovato un nuovo custode. E che gli ambienti sovranisti hanno trovato un nuovo nemico.

 

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