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“Serve terzo polo del buongoverno”. Calenda tenta dove Renzi ha fallito

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 28 apr – Le elezioni politiche si avvicinano e Carlo Calenda non ha dubbi: “Va creato un terzo polo del buongoverno, occorre lanciare una Costituente della serietà“. Il leader di Azione approfitta di come la maggioranza sta affrontando la delicata situazione della guerra in Ucraina e dell’impegno italiano a sostenere militarmente Kiev per serrare i ranghi di quello che potrebbe essere il terzo incomodo alle politiche: l’eterno centro che eternamente ritorna.

Calenda guarda alle prossime elezioni: “Va creato un terzo polo del buongoverno”

Il ragionamento di Calenda fila: chi non vuole stare né con il centrosinistra a guida Pd e (con zavorra M5S) né con il centrodestra (coalizione tenuta insieme con lo sputo) deve aggregarsi in un terzo polo. Il progetto del leader di Azione d’altronde è sempre quello, fin dalla sua discesa in campo alle amministrative a Roma (dove è stato il più votato, peraltro). Guidare un’aggregazione riformista, che lui detesta definire di centro, ma che lì si posiziona. Il ragionamento fila, dicevamo, ma mostra anche fin da ora i suoi limiti. Salta agli occhi infatti che nell’elenco di politici invitati ad aggregarsi c’è un illustre assente: Matteo Renzi. E proprio il leader di Italia Viva sta lavorando (finora va detto con scarsi risultati) a un progetto sovrapponibile (il che significa dividere e non unire le forze) a quello di Calenda.

Renzi si sente un piccolo Macron ed è la concorrenza del leader di Azione

Renzi vorrebbe creare un polo riformista e liberale in salsa macroniana (il presidente francese è il suo idolo) ma alla fine potrebbe dover scegliere tra allearsi con il Pd o finire a fare il secondo gallo nel piccolo pollaio di Calenda. Scenario quest’ultimo politicamente valido ma umanamente improbabile, considerato che i due ex Pd sono entrambi delle prime donne. Certo è che nel centrosinistra c’è quel M5S a guida Conte che per Renzi è fumo negli occhi (lui che Conte l’ha praticamente sgomberato da Palazzo Chigi). Viceversa nel polo di Calenda c’è appunto la questione della leadership, che allo stato attuale appare complicato affidare a una eventuale figura terza. Però va detto che tra le due piccole formazioni, è Azione e non Iv che è in grande spolvero. E questo significa avere più peso, nelle decisioni politiche.

Calenda sale in cattedra e bacchetta la maggioranza

Intanto il leader di Azione non perde l’occasione di bacchettare la maggioranza. In un’intervista al Messaggero, Calenda sottolinea che l’Italia si salva dalla crisi solo grazie a Draghi e Mattarella, visto e considerato che tra chi sostiene l’esecutivo c’è da una parte il M5S e dall’altra la Lega: “Due populismi che non mostrano alcuna cultura di governo neanche ora che c’è la guerra“.

L’ex ministro Pd sale in cattedra (cosa che gli piace fare spesso): “Ci sono iniziative davvero bizzarre come quella di Conte che chiede a Draghi di riferire in Parlamento sulla politica estera”, fa presente. “Quando basterebbe che s’informasse con il ministro titolare della Farnesina che è del suo stesso partito”, è la bordata contro l’ex premier. “Dall’altro lato, Salvini chiede un vertice di maggioranza sulla pace, neanche fosse il Mahatma Gandhi. Per non dire di Grillo”. Il fondatore e garante dei 5 Stelle è alleato del Pd eppure – obietta Calenda – cita a modello il presidente cinese. “Cosa che dovrebbe far riflettere Letta”, suggerisce.

L’appello a tutti tranne che a Renzi

Insomma, “che cosa aspettano le persone serie, che nel nostro sistema politico esistono, da Letta alla Carfagna, da Brunetta a Giorgetti, e a tanti altri amministratori di sinistra e di destra come Sala, Nardella, Toti, Bonaccini, Zaia, Fedriga, Bucci, Brugnaro, a chiamare il time out? Va fermato lo scempio, a colpi di dichiarazioni e di posizioni deliranti, in tempo di guerra. Ricordo che siamo a 11 mesi dalle elezioni politiche”, fa presente Calenda. “Se resterà, come io credo, l’attuale legge elettorale, le persone serie dei due schieramenti rimarranno prigioniere di populisti e irresponsabili di destra e di sinistra”, avverte il leader di Azione. “Come può pensare Letta di governare con Grillo e con Conte in versione Di Battista? E come pensa Forza Italia di governare dopo il 2023 con Salvini e con Meloni che sono contro l’Europa e contro la Commissione Ue che il partito berlusconiano sostiene?”.

La proposta del leader di Azione

E quindi cosa propone Calenda? “Va creato un terzo polo del buongoverno e della concretezza che sia indipendente e aperto a tutti quelli che nel centrodestra e nel centrosinistra avranno il coraggio di ripudiare chi non può governare il Paese”. “Mi aspetto una disponibilità in più da parte della Carfagna, di Giorgetti, di Italia Viva e di amministratori locali indipendenti come Sala”, aggiunge. Ancora una volta, il grande assente: Renzi. Eppure in comune con il leader di Iv Calenda ha in comune una certa lucidità sulla guerra in Ucraina.

L’ex ministro dem rilancia il nucleare

Il leader di Azione non ha dubbi: l’Italia deve “fornire armi all’Ucraina ma non, come vuole Johnson, spingere gli ucraini a colpire obiettivi in Russia. Sennò, sarà la terza guerra mondiale”. Sul fronte del fabbisogno energetico, Calenda spiega che “dobbiamo arrivare all’indipendenza dal gas russo velocemente. Il che significa, nel breve periodo, riattivare la piena potenza delle centrali a carbone e prendere il gas dove c’è, senza mettere veti come quelli avanzati da Letta sul gas egiziano. Nel medio periodo, non c’è alternativa, per l’indipendenza energetica, alla ripartenza del nucleare. Raccoglieremo le firme per una legge d’iniziativa popolare per l’apertura di otto centrali nucleari“.

In conclusione, tenendo conto che Azione è alleata con +Europa e che parla tranquillamente di “maggioranza Ursula” per guidare il Paese, le carte di Calenda sono sul tavolo. Parola agli altri centristi, dunque. Vogliono andare al centro o preferiscono restare a destra e a sinistra? Certo è che – a partire da Iv e Azione – dirimente sarà il tipo di legge elettorale con cui si tornerà al voto, considerato anche il taglio dei parlamentari.

Adolfo Spezzaferro

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1 commento

Prof. Massimo Sconvolto 30 Aprile 2022 - 11:45

Anche no, grazie!

Di Governi della Finanza ne abbiamo già avuto abbastanza.

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