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Siracusa, parla l’assessore Fabio Granata: “Monumento ai Caduti d’Africa luogo dell’anima, va protetto”

by La Redazione
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Siracusa, 9 mar – Marmo, pietra, bronzo, cosa sono se non oggetti freddi, senza anima eppure all’anima parlano, l’anima la scuotono se plasmati dalla mano dell’uomo per raccontare un pezzo della storia di una Nazione, per commemorare gli eroi. A Siracusa, città fondata dai greci nell’VIII secolo avanti Cristo e fra le più grandi metropoli del mondo antico, nell’incantevole Riviera di Dionisio il Grande, dal 1952 si trova il Monumento ai Caduti d’Africa realizzato dallo scultore Romano Romanelli nel 1938 per celebrare la conquista dell’Etiopia avvenuta due anni prima.

Siracusa, il Monumento ai Caduti d’Africa

L’opera monumentale era destinata alla capitale dello stato africano divenuto colonia italiana, Addis Abeba, ma il trasferimento in nave non avvenne mai a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale e per decenni rimase chiusa, quasi dimenticata in depositi e magazzini (causando anche qualche danno e perdita di pezzi della stessa). Il Governo De Gasperi decise poi di togliere la polvere e lo scultore suggerì Siracusa, il cui porto era considerato il miglior trampolino verso le colonie africane. Romanelli individuò lo spazio, a picco sul mare, e la posizione, con la punta (somigliante alla prua di una nave) rivolta verso lo specchio d’acqua in direzione Africa orientale. Marmi di Carrara, pietra bianca, e bronzo ci raccontano di corpi militari dell’Esercito italiano, della Marina e dell’Aviazione che hanno partecipato alla guerra coloniale. Gli Ascari, truppe indigene dell’Africa Orientale Italiani che combatterono al fianco dei nostri connazionali, e i lavoratori italiani in Africa. I bassorilievi rappresentano scene di battaglia, mezzi militari, scene di lavoro; all’interno dello stesso monumento c’è una cappella votiva dedicata al legionario italiano caduto in Africa Orientale, una sala di quindici metri per cinque rivestita alle pareti con lastre di marmo rosso.

Vi abbiamo raccontato tutto questo perché domenica mattina i militanti siracusani di CasaPound Italia hanno deciso di puntare un faro sul complesso monumentale, oggetto, purtroppo di atti vandalici, come il distacco indiscriminato e impunito di pezzi marmorei lanciati nella scogliera sottostante. Così armati di buona volontà si sono spinti giù verso il mare per recuperare tutti i pezzi possibili e riportarli al loro luogo, consegnandoli di fatto alla città che non può adesso rimanere silente. Il luogo ha una straordinaria importanza perché ricorda caduti in guerra, perché celebra vittorie che riportano alla mente un’Italia forte, rispettata, per ciò che i suoi uomini erano in grado di fare anche e soprattutto fuori dai confini territoriali. Un’espressione artistica di grandissimo pregio che parla alle nostre coscienze, quelle coscienze di cittadini consapevoli e rispettosi che i militanti della tartaruga frecciata hanno incarnato e che chiedono risposte.

Fabio Granata: “Azione di CasaPound bellissimo esempio di volontariato militante”

Il faro è stato acceso e le domande le abbiamo girate all’assessore comunale ai Beni ed Attività Culturali, Fabio Granata: “Si è trattato di un bellissimo esempio di volontariato militante in difesa di un tassello importante del nostro Patrimonio culturale, un’azione dal forte valore simbolico e di cui ringrazio i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato con passione e impegno. Ezra Pound diceva ‘conosco una sola Cultura: quella delle Idee che diventano Azione’ – dice Granata a Il Primato Nazionale – Ci credo profondamente e nella mia lunga esperienza politica nel settore dei beni culturali, conosco profondamente la rilevanza delle buone pratiche come questa messa in atto a Siracusa.”.

“Il Monumento ai Caduti d’Africa è un luogo dell’anima”

Il luogo dove è incastonato il Monumento da qualche anno ha visto dei passi in avanti in termini di valorizzazione, che hanno contribuito fortemente alla presa di coscienza anche sul Monumento ai Caduti d’Africa. “Certamente si. Si tratta di un “luogo dell’anima”, fuori dai consueti itinerari archeologici e monumentali di una Città importante come la nostra, inserita nella World Heritage List Unesco, e la sua rigenerazione ha ridato centralità al monumento. Inoltre la decisione della Amministrazione di onorare i martiri delle Foibe con una lapide proprio in quell’area va nella stessa direzione”.

Granata: “Così proteggiamo i nostri monumenti”

Ma come proteggere questi monumenti dagli atti vandalici? “E’ indiscutibile che in quel luogo sia necessaria una maggiore attività di vigilanza ma senza la consapevolezza di considerare ogni luogo significativo come un pezzo della nostra identità non si va da nessuna parte. Bisogna lavorare su questo”. Quale l’impegno dell’Amministrazione per rispondere all’azione dei militanti di CasaPound? “Il Monumento avrà sempre maggiore attenzione da parte nostra sia per la sua conservazione che per il restauro di ciò che è danneggiato. Abbiamo in programma anche di delegare le Associazioni, con una sorta di “adozione”, a proteggerlo e valorizzarlo. Ripeto: si tratta di tasselli di Memoria della nostra identità non solo cittadina ma nazionale, e meritano rispetto e attenzione”. Il faro è acceso e non deve spegnersi.

Emanuela Volcan

 

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