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Torino, il sindaco Appendino condannata a sei mesi per falso. Ma non si dimette

by Alessandro Della Guglia
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Appendino, Torino

Roma, 21 set – Cinque Stelle cadenti? Di più, in picchiata. Caduti dalla torre d’avorio in cui si erano asserragliati per non dilapidare l’ultimo barlume di identità conservata: la tanto sbandierata onestà. Oggi infatti, nell’ambito del processo Ream, è stato condannato a sei mesi – per falso in atto pubblico – il sindaco di Torino, Chiara Appendino. Identica condanna per l’assessore comunale al Bolancio, Sergio Ronaldo. Mentre l’ex capo di Gabinetto, Paolo Giordana, si è beccato otto mesi. Una batosta per il primo cittadino grillino, che non ha però intenzione di dimettersi: “Porterò a termine il mio mandato, questa sentenza non me lo impedisce. Come previsto dal codice etico mi auto sospenderò dal Movimento 5 stelle”, ha dichiarato Appendino dopo la sentenza.

La vicenda

Il sindaco pentastellato è stato giudicato responsabile di una imputazione di falso ideologico. Cadute invece le accuse di abuso in atto di ufficio. La vicenda da cui è nato il processo riguarda un debito contratto dal comune nella legislatura precedente con Ream, società partecipata della Fondazione Crt. Una caparra di 5 milioni di euro che Ream versò per esercitare il diritto di prelazione su un progetto riguardante l’area ex Westinghouse. Il progetto se lo aggiudò però un’altra società e il comune avrebbe dovuto restituire i 5 milioni di euro nel 2016. Ma secondo l’accusa l’amministrazione Appendino non avrebbe inserito, nel bilancio 2017, i 5 milioni versati come caparra.

Giravolta M5S

“Sono stata assolta per tre reati su quattro – ha detto il primo cittadino di Torino – perché il fatto non sussiste. Resta l’episodio del 2016 e aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza ma continuo a essere convinta di aver agito per il bene dell’ente”. Curiosa in ogni caso la giravolta degli esponenti grillini, che in un tempo non troppo lontano invocavano le dimissioni per gli indagati degli altri partiti. Adesso il M5S non silura neppure i condannati del proprio movimento.

Alessandro Della Guglia

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2 comments

Cyrano1974 21 Settembre 2020 - 8:21

La destra insegna che prima di prendere in considerazione le dimissioni bisogna attendere l’appello e la cassazione.

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Evar 22 Settembre 2020 - 10:15

E sta miracolata sciacquetta incapace, buona solo a fare strisce blu e maxischermi per maxicoglioni zebrati, dove la trova un’altra cadrega dove poggiare il culo?

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