Vera o meno che sia, l’assenza di cuffie di Trump, e quindi il suo totale disinteresse verso le parole di Gentiloni, nonchĆ© l’ostentazione di questa spocchia, sono senz’altro verosimili. Trump ĆØ uno screanzato e ci tratta apertamente da colonia quale siamo. Del resto lo eravamo anche con Obama, che pure le cuffie se le metteva e faceva anche la faccia seria di chi sta davvero ascoltando. Quando sei suddito, non ĆØ detto che un buon padrone sia migliore di uno che ti disprezza, se non altro il secondo, con il suo atteggiamento plateale, evidenzia al meglio i rapporti di forza reali.Ā Va anche detto che, se sudditi degli Usa lo siamo sempre stati dal 1945, in questi ultimi tempi ci siamo distinti per eccesso di zelo servile. Da quando hanno rinunciato a essere una potenza sovrana, gli italiani hanno deciso di recitare la parte che riesce loro meglio: i commedianti. E cosƬ abbiamo sempre proclamato ufficialmente il loro ossequio atlantico, salvo poi farsi gli affari propri dal punto di vista della realpolitik. Insomma, la sovranitĆ perduta la si ĆØ ricercata di straforo, per vie oblique, truccando il tavolo.
āL’Italia ha la moglie americana e l’amante libicaā, si diceva una volta. Dal lodo Moro sugli attentati palestinesi alle relazioni di Berlusconi con āl’amico Putinā, la nostra geopolitica effettiva ha sempre cercato vie sotterranee per esprimere un minimo di originalitĆ . Dopo i molti golpe avvenuti a partire dal 2011, tuttavia, questa nostra caratteristica ĆØ venuta meno. In parte perchĆ© āl’amante libicaā ĆØ stata fatta fuori, in quella che un giornalista ha definito āla nostra peggiore sconfitta dopo la Seconda guerra mondialeā, in parte per la tendenza geopolitica generale che va verso una destabilizzazione globale che non consente più doppi giochi. Oggi siamo chiusi in un vicolo cieco di sudditanza tanto formale che fattuale, da cui sarebbe difficile uscire anche se lo volessimo. Figurarsi con questi governanti di spiccata indole servile.
Adriano Scianca