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Zingaretti al M5S: “Dobbiamo fare l’alleanza. Altrimenti torna Salvini”

by Valerio Benedetti
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Zingaretti e Di Maio

Roma, 12 ott – La nuova maggioranza giallofucsia, tenuta insieme da un unico collante (la poltrona e lo spauracchio di nuove elezioni), appare sempre più scricchiolante. Renzi ha indebolito l’esecutivo con la scissione dal Pd e la fondazione di Italia Viva, mentre l’avversario, con Lega e Fdi da soli al 40%, conferma di essere in salute. È per tutti questi motivi che, sia tra i dem che tra i pentastellati, c’è chi sta lavorando alla costruzione di una più solida collaborazione tra Pd e M5S. E giusto ieri è arrivato l’appello «pesante» di Nicola Zingaretti: «Facciamo diventare il nostro rapporto un’alleanza», ha detto il segretario dem.

La Santa Alleanza anti-Salvini

Ospite a Otto e mezzo, infatti, Zingaretti è stato chiaro: «Vogliamo provare a farla diventare un’alleanza? Sì, altrimenti, inutile girarci attorno, torna Salvini». Il segretario del Pd spiega con molto ottimismo che «noi oggi abbiamo forze politiche che potenzialmente rappresentano il 45-48% degli italiani». Rimane però il nodo Renzi: farebbe anche lui parte di questa grande alleanza? «Va chiesto a lui. Per me non ci sarebbe problema». Insomma, Zingaretti ha messo nel mirino le prossime elezioni regionali in Umbria ed Emilia-Romagna: una sconfitta delle forze governative, infatti, indebolirebbe ulteriormente un esecutivo già di per sé tutt’altro che solido.

Zingaretti non molla l’Emilia-Romagna

Eppure Zingaretti, pur proponendo un’alleanza, pone già una condizione non negoziabile: Stefano Bonaccini non si tocca: «In Emilia-Romagna c’è un bravissimo presidente e un buonissimo bilancio di quell’amministrazione», afferma il segretario escludendo una convergenza Pd-M5S su una lista civica. Le elezioni in Emilia-Romagna, effettivamente, sono molto delicate: una regione storicamente «rossa» stavolta rischia seriamente di passare al centrodestra. Ma il Pd, che in quei lidi ha costruito nei decenni una mastodontica rete di potere, non ne vuole sapere di lasciare l’amministrazione a un candidato «terzo». Non a caso, ieri Bonaccini in persona ha aperto ai pentastellati: «L’alleanza con i Cinque Stelle non sia più un tabù». Insomma, cerchiamo di salvare in tutti i modi capra e cavoli (regione e potere Pd). Ma, se ciò non fosse possibile, allora muoia Sansone con tutti i Filistei.

Valerio Benedetti

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1 commento

Commodo 16 Ottobre 2019 - 1:37

“Altrimenti torna SALVINIII!!!!!” . Il “segretario” ZIGAGNOTTI lo dice come se fosse una disgrazia!!! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah!…

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