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Addio province, arrivano le città metropolitane

by La Redazione
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provincia-672Roma, 4 apr – Quello che ormai era da tempo in dirittura d’arrivo è accaduto, con il via libera della Camera, giovedì 3 aprile (260 sì e 158 no e 7 astenuti) le province vengono svuotate delle loro funzioni. In attesa della riforma del Titolo V e della loro definitiva abolizione, gli organi non potranno più essere eletti dai cittadini. L’ormai famoso ddl Delrio prevedrà che la presidenza della Provincia cadrà nelle mani del sindaco del capoluogo; il consiglio provinciale sarà composto da 10 a 16 membri (in base alla popolazione) scelti dall’assemblea dei primi cittadini di tutto il territorio.

Quando accadrà?

Fino al 31 dicembre 2014 le province saranno semplicemente “enti di secondo grado”, infatti dall’1 gennaio 2015 scompariranno definitivamente. Prima di quel giorno, però, manterranno le funzioni di pianificazione riguardo all’ambiente, al territorio, alla rete scolastica e al trasporto. Gli attuali presidenti e i consigli resteranno in carica, ma a titolo gratuito, fino all’insediamento del presidente eletto secondo il nuovo meccanismo.

Fusioni tra i comuni e città metropolitane

Misure specifiche possono essere adottate dalle Regioni, nella definizione del patto di stabilità verticale, per incentivare i piccoli paesi a organizzarsi in Unioni dei Comuni. Le cariche dell’unione sono a titolo gratuito e non è prevista alcuna retribuzione per il personale politico. Saranno istituite 10 città metropolitane (compresa Roma Capitale): Milano, Genova, Venezia, Firenze, Bari, Napoli, Torino, Bologna e Reggio Calabria. Dall’1 gennaio 2015 le città metropolitane subentrano al posto delle province omonime; soltanto Reggio Calabria (commissariata dal 2012) dovrà attendere il rinnovo degli organi del Comune.

La rabbia di Brunetta

Nel corso della votazione alla Camera si è assistito a un vero e proprio show dell’ex ministro Brunetta (Forza Italia), il quale ha gridato più volte: “Golpe! Questo è un golpe! Votiamo compatti no”. L’ira del parlamentare è stata espressa anche attraverso i voti contrari al ddl Delrio di Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Lega Nord, Sinistra Ecologia e Libertà e Fratelli d’Italia. A favore invece hanno votato Partito Democratico, Nuovo Centrodestra, Scelta Civica e Popolari per l’Italia. Dopo la votazione, dai banchi del Pd si è levato un lungo applauso.

L’orgoglio di Delrio

La risposta a Brunetta da parte di Graziano Delrio non si è fatta attendere, così ha tuonato su Twitter il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri: “non c’è nessun golpe. è una riforma attesa da anni, portata in porto insieme a tanti “. E ancora: “con la legge approvata oggi sarà molto semplificato il quadro degli enti locali”.

Mauro Pecchia

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