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Allarme Cgia: evasione fiscale grandi imprese 16 volte superiore a quella delle piccole

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 5 ott – Il governo giallofucsia che tanto vuole combattere l’evasione fiscale si rivolga alle grandi imprese invece di prendersela con i poveri cittadini che prelevano al bancomat. Sì, perché i numeri parlano chiaro: l’entità dell’evasione fiscale contestata alle grandi imprese nel 2018 è stata 16 volte superiore a quella delle piccole aziende e dei lavoratori autonomi (nel 2017 era stata pari a 18 volte). Lo rileva la Cgia di Mestre. Dai dati dell’Agenzia delle Entrate inoltre emerge come la maggiore imposta media accertata per ogni singola grande azienda sia pari a poco più di 1 milione di euro, per la media impresa di 365.111 euro e per la piccola di 63.606 euro. Insomma, appare evidente dove e come fare cassa, sul fronte del contrasto all’evasione fiscale.

“Auspicabile maggiore attenzione verso le grandi imprese”

“Questi dati ci dicono che la potenziale dimensione dell’infedeltà fiscale delle grandi aziende è enormemente superiore a quella delle piccole – sottolinea il coordinatore dell’Ufficio studi degli Artigiani di Mestre Paolo Zabeo -. Ovviamente, nessuno di noi auspica che il Paese si trasformi in uno Stato di polizia tributaria; tuttavia, una maggiore attenzione verso questi soggetti sarebbe auspicabile, visto che le modalità di evasione delle holding non sono ascrivibili alla mancata emissione di scontrini o ricevute, bensì al ricorso alle frodi doganali, alle frodi carosello, alle operazioni estero su estero e alle compensazioni indebite. Reati, quest’ultimi, che non verranno nemmeno sfiorati dalle misure di contrasto all’utilizzo del contante che il governo metterà a punto nelle prossime settimane”. Insomma, per la Cgia le armi del Conte bis sono spuntate.

Mason: “Con meno pressione fiscale, molti evasori marginali sarebbero onesti”

La pensa allo stesso modo anche il segretario della Cgia Renato Mason: “Grandi o piccoli che siano, gli evasori vanno perseguiti ovunque si nascondino – rileva – . Tuttavia, se il nostro fisco fosse meno esigente, lo sforzo richiesto sarebbe più contenuto e probabilmente ne trarrebbe beneficio anche l’Erario. Con una pressione fiscale inferiore, molti che oggi sono evasori marginali diventerebbero dei contribuenti onesti“.

Il suggerimento della Cgia per il governo è chiaro: ridurre la pressione fiscale e contrastare la vera evasione, quella del giro grosso, insomma.

Adolfo Spezzaferro

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3 comments

Sergio Pacillo 5 Ottobre 2019 - 1:18

Ció vuol dire che questo Governo fallirá nella lotta all’evasione e la manovra sará un disastro.

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SEPP 5 Ottobre 2019 - 5:23

Questo solone della cgia di mestre fa l’imbrattacarte, lui non possiede una attivita’ specie da artigiano, e poi e’ risaputo che i soloni della cgia come il defunto presidente siano sempre stati di sinistra, la sinistra o comunismo che dir si voglia trattano gli imprenditori come i kulachi russi. Poi il famoso sistema di indagine serpico quando arriva a certi indirizzi svolta via e non indaga.

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Sprechi: la burocrazia ci costa il doppio dell’evasione fiscale | Il Primato Nazionale 30 Agosto 2020 - 9:11

[…] Una cifra di certo elevata che dipende principalmente dalle grandi imprese (per l’esattezza l’evasione fiscale delle grandi aziende è sedici volte superiore rispetto alle pmi). L’erario perseguita i baristi che non fanno lo scontrino ma evita accuratamente di scandagliare […]

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