Possibile? Quanto meno improbabile. Come praticamente ogni mese, in esclusiva su queste colonne, diamo un’occhiata ai consumi energetici aggiornati ai dati più recenti – precisamente a Maggio 2014 – e ragioniamoci sopra. Perché se il Pil si può eventualmente taroccare inserendoci – tanto per dire – le attività sommerse, e i sondaggi d’opinione pure, il vero profondo motore dell’economia che è l’energia non mente mai.
Sulla base dei dati del Gestore dei Mercati Energetici, scopriamo che il crollo dei consumi elettrici è inarrestabile, tanto che ogni nuovo mese fa registrare il minimo consumo tra tutti i corrispondenti mesi dal 2006 in avanti, mentre nell’ultimo anno, da Giugno 2013 a Maggio 2014 inclusi, il crollo è stato pari al 14% rispetto al periodo pre-crisi da Giugno 2006 a Maggio 2008. Il risultato di una guerra.
Possiamo quindi ripetere che in soli 6 anni, dal 2009 al 2014, avremo bruciato tutta la crescita dei precedenti 12 anni. In pratica, torniamo indietro a oltre 20 anni fa. Rimandiamo per tutte le altre considerazioni sul baratro dell’elettricità all’ultimo nostro intervento su questo giornale. Questa volta invece allarghiamo l’analisi ai consumi di carburanti per autotrazione: benzina e gasolio (dati Ministero Sviluppo Economico).
Il grafico successivo mostra che i consumi di gasolio sono scesi, nell’ultimo anno, del 15% rispetto al 2006-2007, e quelli di benzina perfino del 34%. Questo significa che la mobilità privata è al collasso, e quella commerciale – che apparentemente ha resistito in qualche modo fino all’inizio del 2011 – negli ultimi tre anni è precipitata, senza segnali di ripresa. Poiché è probabile che una parte del parco auto circolante si sia trasformato dall’alimentazione a benzina al relativamente più economico gasolio nel corso degli ultimi anni, è verosimile che il dato reale sul trasporto commerciale sia ancora peggiore di quanto evidenziato dai dati complessivi dei consumi di gasolio.
A fronte di questi dati, come si possa pensare che la fiducia delle imprese sia aumentata (per non parlare degli Italiani in generale), è un mistero che i sondaggisti, crediamo, non saranno mai chiamati a spiegare.
Francesco Meneguzzo
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