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Da Berlusconi a Salvini: se la sinistra vive solo di “Anti”

by Alessandro Boccia
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Roma, 31 ago – Nel corso di questo orrido valzer politico che sta andando in scena davanti agli occhi degli italiani, una cosa è assolutamente difficile non notare: come d’incanto, quando la destra rischia anche solo lontanamente di essere eletta e di avere la possibilità di governare, non esistono più divergenze o inimicizie tra partiti, l’imperativo della sinistra diventa: fermiamoli a tutti i costi.

La politica dell’«anti»

Insomma, è il caso di dirlo, passano gli anni, le legislature si susseguono, gli evergreen restano. La politica dell’anti destra torna di moda come un vecchio capo d’abbigliamento che anche per questa stagione il Partito Democratico ha intenzione di sfoggiare. Un abito certamente comodo, facile da indossare e che, cosa che nessuno si aspettava, è piaciuto anche ai cinque stelle.

Fino a qualche settimana fa dagli scranni del parlamento l’allegra brigata di Casaleggio & Co. urlava parole irripetibili contro il PD: «Mai con il partito di Bibbiano», annunciava Di Maio perentorio. Eccoli invece, insieme agli ex nemici dem, pescare dallo stesso armadio, indossare gli stessi vestiti e dare un bacio d’addio al fedifrago Salvini.

Poco importa se l’abito presenta qualche falla o tanfi di muffa, l’importante è mantenere il fondo schiena ben ancorato alla poltrona, impedire che il popolo italiano possa esprimersi e il gioco è fatto. Del resto come diceva lo stesso Giulio Andreotti per un politico «è meglio tirare a campare che tirare le cuoia». Non è poi così grave, quindi, snaturarsi e ripetere l’insensata litania del pericolo sovranista da arginare, tanto cara alla sinistra, molto meglio andare avanti e governare con i nuovi alleati non più “pidioti”.

«Sono diventati il tonno della scatoletta che volevano aprire», ha commentato Giorgia Meloni, e come darle torto del resto. Tanto gli italiani hanno la memoria corta, pensano i novelli sposi, fra quattro anni si dimenticano tutto e si potrà ripartire senza alcun problema.

Nozze solo di interesse

Il problema, invece, c’è eccome. Resta un mistero, infatti, come PD e cinque stelle siano riusciti a trasformare programmi totalmente divergenti facendoli convergere in un fluido programma di legislatura. Le parole più ricorrenti pronunciate in questi giorni di trattative sono state responsabilità, condizioni inderogabili, discontinuità, taglio dell’Iva, più Europa, salvaguardia del pianeta. Praticamente formule verbali prive di costrutto, frasi fatte, poderose “supercazzole” da fare invidia a Ugo Tognazzi quando vestiva i panni del Conte Antonello Mascetti in “Amici Miei”.

Dietro questi abili giri di parole si cela la verità, anche piuttosto conosciuta considerata la non remota esperienza di governo del PD, e cioè che agli italiani toccherà un esecutivo che aumenterà le tasse, aprirà i porti a qualunque immigrato, andrà servilmente in Europa a implorare pietà. Dalle nozze d’interesse tra PD e M5S quindi non verrà fuori nulla di buono, l’unica speranza per l’Italia è riposta nei dissidi interni che non mancano né all’interno dei democratici né tantomeno all’interno dei 5 stelle. Zingaretti ha ancora sul groppone la pesante zavorra di Renzi e dei suoi luogotenenti, se ne vorrebbe disfare ma non è affatto semplice. All’interno del Movimento 5 Stelle invece cresce il malcontento di chi è ostile all’accordo con il PD, due nomi in particolare: Gianluigi Paragone e Alessandro Di Battista. D’altronde non c’è da meravigliarsi, è cosa nota che la politica dell’anti, usata in passato per Berlusconi e usata oggi per Salvini e la destra sovranista, non è mai stata un buon collante e un buon motore per chi, specie in passato, si è mal tollerato.

Ad ogni modo il treno del nuovo governo giallofucsia a tinte di sinistra è pronto a partire, non si sa bene dove sia diretto e quanta strada farà, l’unica cosa che conta per chi lo guida è di andare lontano il più possibile da Salvini e dalla destra. Se ne facciano una ragione gli italiani: la loro opinione conta poco.

Alessandro Boccia

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1 commento

SergioM 31 Agosto 2019 - 10:04

I kattokom sono SOLO anti …. da millenni , non avendo idee loro … non possono che andare contro le idee degli altri …

Quando Prometeo prese il fuoco agli DEI , già c’erano imbecilli NO FUOCO !

Se non vali un cazzo , l’unico modo per sentirti vivo è essere ANTI (o NO)

ANTI fa
NO tav

+ fessi vari …

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