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Bolzano, i nuovi talebani tentano di oscurare il bassorilievo di Mussolini

by Roberto Derta
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Roma, 6 nov – Non si ferma la foga iconoclasta e talebana del nuovo antifascismo, anche se in questo caso la deturpazione artistica è solo simbolica. Ieri pomeriggio, in piazza Tribunale a Bolzano, sulla facciata del Palazzo che ospita il celebre fregio monumentale di Hans Piffrader con il “Duce a Cavallo”, è comparsa l’installazione che sovrappone al monumento una frase di Hannah Arendt, “nessuno ha il diritto di obbedire”, corredata da una tavola esplicativa in italiano, tedesco, ladino e inglese che si sviluppa sulla piazza. L’affermazione è tratta da un’intervista radiofonica del 1964 fatta alla Arendt da Joachim Fest.

Il fregio di Piffrader ha uno sviluppo lineare di 36 metri e una superficie di 198. Le sue dimensioni ne fanno il bassorilievo più imponente realizzato dal fascismo e ancora esposto al pubblico. Se non altro, stavolta la furia censoria ha formalmente rispettato la struttura materiale del monumento, dato che la citazione che lo va a coprire è solo proiettata e tende a essere visibile soprattutto di notte. In occasione della cerimonia inaugurale dell’installazione, CasaPound Bolzano ha invitato a “boicottare la presentazione dello sfregio, consegnando una piazza grigia e deserta a chi si erge detentore della verità storica e censore di arte e pensiero”. Il movimento ha anche tenuto una conferenza stampa aperta al pubblico, per spiegare il motivo di “un fallimento raffigurato da una censura architettonica e dalla stessa frase di Hannah Arendt, usata impropriamente e che lei stessa troverebbe fuori contesto locativo, artistico, storico e filosofico”.

Studiosa del totalitarismo, infatti, la Arendt ha più volte affermato che il fascismo non cadrebbe sotto tale categoria, riservata piuttosto al nazionalsocialismo e allo stalinismo. Tesi peraltro contestata da diversi storici. Resta il fatto che la citazione apposta sul monumento faceva riferimento a un’altra esperienza storica (quella nazista, appunto), per l’autrice strutturalmente differente da quella italiana.

Roberto Derta

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2 comments

ANTERO 6 Novembre 2017 - 9:42

e se l’autrice ha specificato che il riferimento era al Nazismo perché gli untorelli si ostinano con queste manovrine pseudo-oscurantiste ?

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Calatrava: "Guai a buttare giù gli edifici fascisti" 9 Novembre 2017 - 3:28

[…] quando si analizza una classe politica che non è riuscita a costruire nulla in 72 anni. 
Demolire e storpiare un’idea e la testimonianza di ciò che ha lasciato, a distanza di 80 anni, è più facile, più […]

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