Bergamo, 26 mar – Giorgio Gori attacca apertamente la sanità lombarda in merito alla gestione dell’emergenza coronavirus che sta colpendo la regione governata dalla Lega. In un intervista sul Gazzettino il primo cittadino di Bergamo, la prima città in Italia per contagiati e vittime e con un sistema sanitario ormai in ginocchio, critica il “modello Lombardia”, giudicandolo non “all’altezza del Veneto o dell’Emilia Romagna”.
Cambio di vedute
Il sindaco delle giravolte: lo stesso Gori che ora crocifigge la gestione della crisi, intervistato dall’Huffington il 20 marzo sosteneva che “In Lombardia e a Bergamo abbiamo un ottimo sistema sanitario, forse il migliore del nostro Paese. Agli ospedali pubblici si sono affiancati anche quelli privati. Si sono moltiplicati i posti letto, inventati nuovi spazi per le cure intensive”, mentre giustificava il presunto miglior funzionamento del sistema in Veneto perché “ha avuto un solo focolaio, a Vo’, ed è stato ben circoscritto”.
Il sindaco delle giravolte
Ai cambi di vedute del primo cittadino orobico ormai siamo abituati. Del resto, se ora Bergamo si ritrova ad essere il lazzaretto d’Italia, dobbiamo ringraziare anche lui, quando sosteneva che Bergamo non doveva fermarsi, quando si fotografava nel ristorante cinese con la giunta, quando “per la stragrande maggioranza delle persone la malattia presenta sintomi trascurabili”, quando “guai a fermarsi”. I bergamaschi si fidavano del loro sindaco, e non si sono fermati. Ora, a fronte di quasi 1300 morti (più i cosiddetti “sommersi”), il marito di Cristina Parodi non trova di meglio da fare che stigmatizzare la sanità, che in questi giorni sta dando anche il sangue nel tentativo di frenare il contagio: “Abbiamo un deficit sulla sanità di territorio: non è confrontabile con quella di Veneto ed Emilia Romagna. Purtroppo ora ne abbiamo la prova”, ha detto Gori in un’intervista a Il Gazzettino. “La struttura dei medici di medicina generale, che è il primo baluardo contro il contagio, è debole, troppo persone arrivano in ospedale troppo tardi e in pessime condizioni, devono essere intubate in terapia intensiva – ha aggiunto -. Servirebbe una rete territoriale più forte, perché quella che abbiamo non è all’altezza”.
La reazione della Lega
Durissima la reazione della Lega in difesa del governatore Attilio Fontana e dell’assessore alla Sanità, Giulio Gallera. “Anziché ascoltare e raccogliere il grido di dolore dei medici bergamaschi e di tutta la Lombardia, concreto esempio di coraggio e dedizione nella lotta al coronavirus, Gori preferisce accusare ed offendere indiscriminatamente la nostra sanità“, attacca il senatore ed ex ministro Gian Marco Centinaio: “Lui che non ne ha azzeccata una dall’inizio dell’emergenza, proponendo biglietti dei bus pubblici scontati per fare shopping o la riapertura dei musei cittadini, stia accanto alla comunità medica lombarda, ascolti, proponga, disponga”. Gli fa eco il capogruppo leghista al Senato, Massimiliano Romeo: “Gori si vergogni e sappia che i nostri medici, gli infermieri sono il cuore della nostra comunità ferita: chi li offende, offende donne e uomini di questa straordinaria terra, che invece merita vicinanza e ascolto. L’attacco di Gori è squallido e inaccettabile”.
Cristina Gauri
2 comments
La moglie la hanno pure cacciata via perche’ quando presentava lei la gente spegneva la tv. w mara venier.
Adesso i lumbard non criticheranno piu’ i terrun eh eh