Home » Coronavirus, in Lombardia 9 vittime su 10 non arrivano neanche in terapia intensiva

Coronavirus, in Lombardia 9 vittime su 10 non arrivano neanche in terapia intensiva

by Ludovica Colli
2 comments
coronavirus

Milano, 20 mar – Fanno sempre più paura i numeri dell’emergenza coronavirus in Lombardia e il bilancio è davvero drammatico. L’87% delle vittime lombarde da Covid-19 non arriva neanche alle terapie intensive degli ospedali perché muore prima, a casa o senza neanche essere ricoverato. Ieri i morti totali in Lombardia erano 2.168, il che significa che solo 260 (il 13%) sono deceduti in terapia intensiva. E il quadro reale è ancora più impressionante considerato che – come riferiscono i sindaci lombardi – “i dati ufficiali sono al ribasso“. A riportare questo bollettino di guerra è il Fatto Quotidiano, che ha verificato sul campo l’emergenza sanitaria nella regione. E intanto il virus fa un’altra, giovane vittima tra le forze dell’ordine: a Bergamo nella notte è morto un carabiniere di 47 anni. Era ricoverato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Il militare era in servizio da anni alla centrale operativa del comando provinciale. Sposato, lascia una figlia di 10 anni.

Nella zona di Bergamo tasso dei decessi 7 volte superiore rispetto a marzo 2019

La zona più colpita è quella di Bergamo, con oltre un quarto dei decessi. Ma, come abbiamo detto e come confermato dai sindaci della zona, i numeri ufficiali
sono al ribasso. In Valseriana, spiegano gli amministratori pubblici, c’è un tasso di decessi fino a sette volte superiore rispetto al marzo del 2019. E il sistema sanitario è messo a dura prova di fronte a una tale emergenza. Nel bergamasco, chiamando il 118 e dicendo che si ha un parente che ha fatica a respirare e non ha ancora fatto il tampone, i tempi di attesa per un’ambulanza raggiungono anche le sette ore. E purtroppo, riporta il Fatto, capita sempre più spesso che si richiama il numero per le emergenze e si riferisce: “Lasciate stare, è deceduto”. Ecco perché gli operatori sanitari in prima linea parlano di “medicina delle catastrofi“.

Fontana: “E’ dal primo giorno che chiediamo invio nuovi medici, i nostri non ce la fanno più”

E’ dal primo giorno che chiediamo l’invio di nuovi medici, perché ci rendiamo conto che al di là del fatto che manchino i numeri, i nostri sono ormai allo stremo, non ce la fanno più“, lancia l’allarme Attilio Fontana. “Sono molto preoccupato del momento in cui i nostri medici, infermieri, operatori, dovessero cedere fisicamente. Stanno dimostrando anche una resistenza fisica, oltre che morale, incredibile, ma se dovessero cedere saremmo in una situazione insostenibile“, fa presente il governatore lombardo, in collegamento con Mattino Cinque, su Canale 5. “L’altro giorno, nella riunione di tutte le Regioni con il governo, è stato proposto di mandare dei medici, che oltre a dare una mano a noi avrebbero potuto fare esperienza specifica sull’emergenza. Però purtroppo è difficile. Il primo giorno ho chiesto che rientrassero in servizio i neo pensionati, o quelli che stanno finendo specializzazione, purtroppo però non abbiamo avuto riscontri come io auspicavo”, sottolinea Fontana.

Ludovica Colli

You may also like

2 comments

Maurizio 20 Marzo 2020 - 12:13

Caporetto cominciò con una sorpresa, un virus gassoso che soffocò tre reggimenti in prima linea senza che nemmeno se ne accorgessero e quel che è peggio non se ne accorsero neppure quelli mandati a verificare che guardarono da lontano , col binocolo, e tutto sembrava a posto. Poi la pandemia dilagò, in un sistema non abituato a prendere decisioni in tempi rapidi, impossibile da coordinare perché in una organizzazione burocratica, verticistica, con tempi lunghi di decisione coordinare non ha alcun significato. Anche la catena logistica, verticistica, si fermò, si racconta di soldati che stettero senza mangiare per giorni, per non parlare delle munizioni, semplicemente introvabili. Ora provate a sostituire i nomi, e dite bombole di ossigeno,medicinali, respiratori, personale e non è una cosa demenziale, è lo specchio di un Paese con una struttura di Comando ancorata da decenni ad una burocrazia 800centesca, dove per acquistare un banale prodotto merceologico devi fare una gara paralizzante con il timore che poi un giustizialista a cui stai sulle scatole ti distrugga. Chiacchiere quelle si, proclami tanti, balletti di numeri che lasciano completamente il tempo che trovano, bollettini da necroforo dove si contano i caduti, i dispersi, i lasciati soli a morire nelle trincee, quelle che sono diventate le case degli Italiani. E poi non venitemi a dire che Caporetto è un’ idea azzardata.

Reply
Coronavirus, Fontana chiude tutto in Lombardia fino al 15 aprile | Il Primato Nazionale 22 Marzo 2020 - 9:25

[…] 22 mar – La Regione Lombardia, di fronte all’aggravarsi dell’epidemia di coronavirus – nelle ultime 24 ore sono morte 546 persone, e altre 3.251 sono risultate contagiate – […]

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati