Roma, 17 feb – Giuseppe Conte vuole salvare la poltrona e per farlo è disposto a tutto. Anche a sostituire i renziani con eventuali “responsabili” per avere i numeri in Senato. Il Pd, dal canto suo, è convinto che si debba escludere Italia Viva dalla maggioranza giallofucsia, anche perché non si può andare avanti così, con i continui strappi della formazione di Renzi, a partire dalla riforma della prescrizione. Tuttavia, almeno a sentire i parlamentari che fanno capo all’ex premier, non è così scontato che Pd, M5S e LeU riescano a trovare chi possa prendere il loro posto per continuare a governare.
Iv: “Se Conte non dovesse trovare i responsabili, accordo con noi o dimissioni”
Infatti, dal canto loro, i renziani sono sicuri di avere il coltello dalla parte del manico. “Se davvero Conte non riuscisse a portare a casa i responsabili, ed è difficile immaginare che il tentativo riesca, per il premier ci sarebbero solo due strade. O un accordo con quel Renzi che fino ad oggi è stato attaccato dalle veline di Chigi e direttamente dal premier o le dimissioni“. E’ questo il messaggio che arriva dalle truppe cammellate di Iv in risposta all’invito di Goffredo Bettini, big dem e braccio destro del segretario Nicola Zingaretti a “fare a meno di Iv” sostituendo i parlamentari renziani con “responsabili” da trovare in Aula. “Più ci attaccano più significa che abbiamo vinto”, dice convinto ai suoi Renzi, sempre secondo quanto riportato da fonti di Iv. Anche se, sempre secondo i suoi tatticismi che tanto destabilizzano la maggioranza giallofucsia, nel giorno in cui ci sono stati gli attacchi dem, il leader di Italia Viva si è limitato a citare Confucio: “La pazienza è potenza. Ci vuole pazienza per sopportare le fake news di questi giorni. Ma noi ne abbiamo tanta: il gelso diventerà seta”. Come se non bastasse, Renzi ha anche pubblicato sui social foto delle montagne innevate del Pakistan, dove si trova in queste ore. “Ci sono momenti in cui è bello riscoprirsi a riflettere, ammirando la natura incontaminata. Anche a 4.000 metri. E quassù non ci sono polemiche ma solo tanta bellezza. Ci aspettano giorni impegnativi, buona settimana a tutti”.
Le truppe cammellate dell’ex premier resistono alle sirene giallofucsia
I renziani a quanto pare resistono alle sirene del premier. Anche se si parla di cinque o sei i senatori a rischio, con immediata smentita da parte di Iv. Gelsomina Vono, ex M5S, fa sapere che non ha alcuna intenzione di lasciare il gruppo. E Donatella Conzatti,ex Forza Italia, ribadisce: “Siamo nell’epoca delle fake news. E bisogna anche ribadire l’ovvio. Ai limiti di apparire una excusatio non petita, dico che sono Italia Viva. L’altra è una notizia inventata (ad arte) e falsa”. Gli altri sono Giuseppe Cucca, Eugenio Comincini e Leonardo Grimani, forse anche Ernesto Magorno. Tutti hanno finora escluso in modo più o meno esplicito di voler ritrovare un approdo nel Pd – per alcuni di loro il partito di provenienza – o tra i cosiddetti responsabili che puntellerebbero il governo giallofucsia a Palazzo Madama.
Rosato: “Non vogliamo far cadere il governo ma cancellare la legge Bonafede-Salvini”
Lo scontro frontale sulla prescrizione non sembra attenuarsi, ma – almeno secondo i renziani – si può trovare un’intesa senza dover aprire una crisi. “Non vogliamo fare cadere il governo: vogliamo cancellare la legge Bonafede-Salvini“, assicura in un’intervista a Repubblica, il renziano di ferro Ettore Rosato, vicepresidente della Camera, E si chiede: “E’ scandaloso difendere la prescrizione? Perché mi pare che siamo arrivati a questo”. Poi Rosato spiega che “è legittima la nostra posizione contro la norma Bonafede, come quella dei 5 Stelle che la vogliono difendere“, ma precisa e garantisce: “Noi stiamo lavorando per difendere lo Stato di diritto di questo Paese” e “faremo tutto quello che serve per essere coerenti con le nostre posizioni sulla giustizia, anche a costo di essere coerenti, che ormai sembra diventato un difetto, per noi non lo è”.
Se i renziani alzano l’asticella ma ripetono a ogni piè sospinto che non vogliono far cadere Conte, mi sa tanto che puntano alle imminenti nomine di Stato. E puntano alto, per l’appunto.
Adolfo Spezzaferro
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[…] lo strappo sulla prescrizione non era un tatticismo per alzare l’asticella, magari in vista delle prossime nomine di Stato. […]
[…] lo strappo sulla prescrizione non era un tatticismo per alzare l’asticella, magari in vista delle prossime nomine di Stato. […]