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Crisi di governo, cosa succede adesso. L’Alamo dei 5 Stelle

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 8 mar – Mentre il governo Lega-M5S – spaccato in due sulla Tav – è appeso a un filo, con il vicepremier Matteo Salvini che ostenta sicurezza dicendo che entro lunedì devono comunque partire i bandi per la Torino-Lione, gli scenaristi si scatenano nell’ipotizzare un eventuale dopo-crisi.

Il premier Giuseppe Conte assicura che la maggioranza terrà. Tuttavia ci sono non pochi segnali che indicano il contrario. Come il riferimento alle Europee fatto da Salvini.

Il leader della Lega stamane ha detto che aspettare le elezioni europee per prendere decisioni definitive sulla Tav “non è che cambi molto, perché il tunnel è lì l’8 marzo e sarà lì anche l’8 giugno. Se qualcuno vuole dire no, non si fa, ce lo dica, punto“.

E’ un messaggio diretto all’alleato Luigi Di Maio, come a dire che la tregua armata fino al voto di maggio non c’è più. Anzi, la Tav può diventare a tutti gli effetti un cavallo di battaglia per la campagna elettorale.

Berlusconi coglie l’attimo

Vista la situazione, come da copione della politica, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ne approfitta subito: “Pronti a sostenere un governo di centrodestra guidato da Salvini“, afferma. Quanto ai voti, nessun problema: “Molti nel Movimento 5 Stelle sarebbero disponibili“, sostiene l’ex premier.

“Mi risulta che siano molti in Parlamento, anche fra i 5 Stelle, ad essere disponibili, per convenienza, per calcolo o per senso di responsabilità, a sostenere un nuovo governo senza passare per nuove elezioni“, spiega il Cav.

Salvini declina l’offerta del Cav

“Ringrazio per la stima” Berlusconi “ma mi piace fare quello che sto facendo: penso, stando ai numeri e all’affetto degli italiani, di farlo bene quindi non ho ambizioni personali e comunque la parola data viene prima di qualunque sondaggio. Questo è il governo che andrà avanti“. Cosi’ il vicepremier Salvini declina l’offerta di Berlusconi.

Tanto il punto è un altro: a questo punto sono i 5 Stelle che forse non hanno più motivo di restare al governo, se non per perdere ulteriori consensi.

M5S-Pd, alleanza possibile?

Sondaggi alla mano, i pentastellati – schiacciati dall’azione di governo di Salvini, onnipresente e con i consensi in crescita – rischiano di arrivare al voto europeo con percentuali davvero misere rispetto alle Politiche di marzo 2018, da cui il M5S è uscito primo partito.

Forse a questo punto avrebbe più senso un’alleanza con il Pd – parliamo sempre delle Europee – e in vista di questo accordo far cadere il governo, recuperando per altro consensi.

Sì, perché nel M5S è pieno di No Tav della prima ora (e di “compagni” che fanno capo al presidente della Camera Roberto Fico) e anche nella base grillina (cioè, gli elettori) i contrari all’opera sono la maggioranza.

Per Zingaretti il governo regge

Il neosegretario del Pd Nicola Zingaretti però non vede una crisi di governo in arrivo. Il motivo? Per il governatore del Lazio è la “paura dell’esecutivo di dover certificare un fallimento”: la “maggioranza sta insieme solo sulla gestione del potere”.

Per il leader del Pd “il governo italiano è diviso su tutto. Il contratto di governo è carta straccia ed è fallito. L’unica cosa che non porta a una crisi è la paura di certificare questo fallimento”. Insomma, sentenzia Zingaretti, “abbiamo Consigli dei ministri che si convocano e sconvocano per dubbi amletici sulla Tav, perché non vogliono affrontare il nodo. Il governo è nel tunnel della sua crisi, stiamo assistendo a qualcosa di molto grave, una maggioranza che si tiene insieme solo sulla gestione del potere“.

Meloni attendista

La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni opta per una posizione attendista: “Non sono veggente e non faccio previsioni“, ma osserva: “Penso che il governo che abbiamo visto nelle ultime settimane avrà oggettivamente delle difficoltà ad andare avanti perché ormai discutono su qualsiasi cosa. Quando si è così in impasse il governo rischia di non dare risposte”.

Resta da capire come la posizione della Lega – la Tav serve, gli italiani la vogliono – e quella del M5S – è inutile, costosa – possano conciliarsi in modo tale da non far cadere il governo.

Certo è che per i pentastellati la Tav è come Alamo, il fortino difeso fino all’ultimo dai texani assediati dai messicani. L’ultimo baluardo, dopo aver ceduto su tutto.

Ne va quindi della campagna elettorale. Per poter dire, appunto, “Ricordate Alamo!“, agli elettori non traditi.

Per la Lega, che attualmente non sembra interessata a riesumare il centrodestra e far “ricicciare” Berlusconi, l’ipotesi di crisi di governo spaventa di meno.

Anche perché – slogan per le Europee – il Carroccio è per l’Italia che va avanti, non che va indietro. Come fanno invece i 5 Stelle, contrari all’alta velocità.

Adolfo Spezzaferro

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Giorgio 8 Marzo 2019 - 3:49

Se casca il Governo rischiamo di trovarci con il candidato amico di Mattarella /del pd … Cottarelli o magari Tajani con un centro destra Berlusconi-dipendente e dai suoi “responsabili” o venduti (volevo dire fuoriusciti ..) magari dei 5s, e poi un uomo di punta temo diventerebbe Giorgetti che sta alla Lega come Fico ai 5s.
E non sarebbero buone notizie per l’italia.

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