Verona, 8 set – Quale futuro per il sovranismo? Se per Ignazio La Russa è il tempo di creare un fronte comune sotto la parole d’ordine “Prima gli italiani”, all’evento finale di Direzione Rivoluzione, la festa annuale di CasaPound Italia, è toccato al “padrone di casa” Simone Di Stefano tirare le conclusioni sul destino di questo magmatico schieramento.
Di Stefano: “E’ il momento di reagire”
“Quello che è successo al governo fa perdere la dignità a tutti noi italiani ed è una figura orribile che abbiamo fatto in tutto il mondo”, ha attaccato. “E’ il momento di reagire: Salvini ha fatto bene a far cadere il governo dimostrando che Pd e M5S sono intercambiabili, i grillini sono personaggi in cerca d’autore. Di Maio è un contenitore riempito di qualsiasi cosa, senza un retroterra culturale e senza preparazione. Entro due giorni comincerà a dare retta ai consiglieri messi a lui vicino da Mattarella”.
La posizione di CasaPound
“CasaPound non ha smesso di fare politica: le nostre idee sono un valore aggiunto, sono state riprese da altri partiti e movimenti. Volevamo parlare delle varie anime del sovranismo: liberisti, persone attente allo stato sociale. Ora è il momento di non acuire le divisioni ma mettere insieme il buono che c’è“, ha sottolineato Di Stefano, parlando del futuro del movimento.
“Qui è data per scontata una vittoria elettorale di Lega e Fratelli d’Italia perché di fronte a questi eventi pensiamo ad una rivolta di stomaco degli italiani – ha aggiunto – ma non è così semplice. Noi dobbiamo costruire qualcosa di solido: non bisogna solo vincere le elezioni, deve stravincere, deve essere in grado di fare tabula rasa di un sistema che da sei anni a questa parte vede ogni volta la volontà del popolo italiano presa fatta a pezzi e rimescolata come piace a loro. Serve una visione concreta dello Stato, delle riforme: non basta strillare contro gli immigrati e l’aumento delle tasse, bisogna portare avanti altri temi. Lavoro, casa, salari, bambini, e come porli al popolo italiano“.
“CasaPound si è ritirata dall’agone politico – ha sottolineato Di Stefano – ma è un patrimonio di idee. Una casa editrice, riviste, incontri, iniziative: siamo avanguardia di pensiero e dobbiamo continuare ad esserlo. Non c’è un fronte politico ma deve arrivare con le idee chiare alle elezioni. Dobbiamo tornare ad essere una Nazione sovrana e libera. Non è più tempo di urlare davanti ai centri di accoglienza: bisogna indirizzare i grandi partiti sui temi importanti come quando ci fu la crisi del governo Berlusconi. Noi, futuristi, proiettati dieci anni in avanti, siamo entrati dentro Finmeccanica e abbiamo occupato il palazzo perché credevamo che un governo tecnico volesse vendere il nostro patrimonio industriale. Saremo e siamo sempre – ha concluso – scudo e spada d’Italia”.
Nicola Mattei