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Favore alle fondazioni, Di Maio si sveglia e si schiera con Renzi: “Togliere quella porcheria”

by Adolfo Spezzaferro
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fondazioni renzi di maio

Roma, 2 dic – La maggioranza giallofucsia è a un passo dalla crisi, le avvisaglie sono chiare. I 5 Stelle sembrano davvero decisi a impedire che il Conte bis firmi la riforma del Mes, il fondo salva Stati Ue (sciagura per i risparmiatori italiani). Ma è su più fronti che gli alleati di governo non trovano la quadra. E ora arriva una nuova spaccatura. Infatti, dopo la seduta notturna in commissione Finanze sul dl Fisco, con i renziani su tutte le furie per il rinvio dello Spazzacorrotti sulle fondazioni, si “sveglia” pure Luigi Di Maio (ma il M5S ha votato sì al rinvio), che si allinea sulle posizioni del leader di Italia Viva. “La decisione di rinviare applicazione della spazzacorrotti per equiparare le regole di trasparenza tra partiti e fondazioni è un clamoroso errore che la commissione ha fatto nottetempo col voto favorevole di M5S, Pd e LeU e il voto contrario di Italia Viva” scrive su Twitter il deputato di Italia Viva Luigi Marattin. “Di giorno sui social fanno i moralisti, di notte in commissione salvano le LORO fondazioni” scrive su Twitter Matteo Renzi. Dopo le dure critiche di Iv arriva anche quella di Di Maio: “Il decreto torni subito in commissione e si tolga quella porcheria“, dice all’Adnkronos.

Che cosa dice l’emendamento

L’emendamento, che porta la firma del deputato del Pd Claudio Mancini, di fatto rinvia al 2021 l’entrata in vigore della equiparazione ai partiti delle fondazioni, associazioni e comitati politici. Il ddl anticorruzione, cosiddetto Spazzacorrotti, ha previsto l’obbligo di totale trasparenza per le donazioni ricevute dai partiti e ha esteso le stesse norme anche alle fondazioni collegate ai partiti o che destinino più di 5 mila euro l’anno a finanziare attività politiche. Con le nuove norme si potranno dare contributi, prestazioni gratuite o altre forme di sostegno alle fondazioni solo acconsentendo alla pubblicità dei relativi dati, conservati in apposito registro.

Ebbene, il clima da campagna elettorale è palpabile: Renzi non ne fa passare una al Pd. E ora può contare anche sullo sdegno dell’ultima ora del capo politico del M5S, che cerca di recuperare consenti tra i “duri e puri” a 5 Stelle. In questo clima, oggi Conte riferirà in Aula sul Mes (e sarà attaccato dall’opposizione).

Adolfo Spezzaferro

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1 commento

Jos 2 Dicembre 2019 - 7:43

…la lobby della casaleggio srl & compagnucci ha segnato un punto…

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