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“Femministe coprono crimini degli immigrati”: la denuncia della (femminista) Zanardo

by Giuliano Lebelli
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Roma, 4 ago – Le femministe nascondo i crimini contro le donne perpetrati dagli immigrati. A denunciarlo non è un politico “populista”, bensì Lorella Zanardo, l’attivista femminista autrice de Il corpo delle donne, famoso documentario contro lo “sfruttamento commerciale del corpo femminile” che, uscito nel 2010, fu interpretato come un atto di accusa contro il berlusconismo allora imperante.

Nel suo blog sul sito del Fatto quotidiano la Zanardo torna su un caso di cronaca recente: “Una donna è stata violentata e picchiata brutalmente in Puglia qualche giorno fa. La donna versa in gravi condizioni in ospedale. Da più parti mi viene consigliato di non diffondere questa notizia: perché? Contrariamente a quanto accade solitamente, quando cioè le notizie che riguardano stalking e violenze vengono commentate e diffuse sui social network da molte donne e anche uomini, in questo caso la notizia è stata riportata solo da qualche quotidiano e diffusa pochissimo. […] La reticenza di molti gruppi femministi e giornalisti è dovuta al fatto che la violenza sia stata commessa da un ragazzo rifugiato di un centro Cara. Questa e solo questa la ragione dell’occultamento del fatto”.

Insomma, la violenza sulle donne è un’emergenza, ma se a commetterla è un immigrato, allora è meglio non parlarne. Nelle gerarchie del pensiero dominante, antirazzismo batte femminismo. La Zanardo cita un incontro avvenuto qualche anno fa a Milano, in cui si parlava dell’omicidio di una donna a Roma da parte di un rumeno. “Con mio grandissimo stupore e rabbia – ricorda – tutta la riunione fu spesa, ed eravamo solo donne, a valutare se fosse meglio diffondere o no la notizia perché trattavasi di cittadino dell’est europa e non si voleva incentivare il razzismo. Solo poche parole furono pronunciate a memoria della vittima”.

L’attivista affonda il coltello nella piaga: “Già ebbi modo di esprimerlo a inizio 2016 in occasione delle violenze a Colonia che vennero archiviate con l’esilarante raccomandazione per difendere le donne dalla violenza, espressa della sindaca della città tedesca: ‘Se i ragazzi nordafricani o mediorientali si avvicinano a voi, state loro a distanza eine ArmeLange, cioè teneteli a distanza di un braccio. Il voler ‘proteggere’ i migranti responsabili di reati odiosi, così come il ritenere che diffondendo le notizie negative che li riguardano, esattamente così come faremmo per i crimini commessi dai cittadini italiani, ritenendo che così facendo si possa fomentare il razzismo, stanno alla base dell’attuale pensiero di una certa sinistra italiana: elitaria e profondamente discriminante”.

Peccato che, sul finale di una denuncia tanto coraggiosa, la Zanardo finisca per lodare quei surreali corsi di buone maniere per migranti che vanno di moda nel nord Europa, come se questa fosse la soluzione. Ovviamente non è così, ma forse è meglio non pretendere troppo e accontentarsi della denuncia.

Giuliano Lebelli

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