Roma, 5 set – Qual è la priorità di un ministro della Cultura? Ricominciare dall’antifascismo. Quali saranno state le prime parole pronunciate da un ministro della Cultura? Ricominciare dall’antifascismo. Nel caso però volessimo parlare di altro, magari qualcosa di più attinente al suo lavoro, cosa direbbe un ministro della Cultura? Ricominciare dall’antifascismo. Dario Franceschini è tutto qua, un ministro all’occorrenza che visto mai la competenza.
“Con il governo gialloverde c’è stato un passo indietro nella cultura dell’antifascismo? Da parte della Lega sicuramente sì, da parte del M5S no”. Così l’ex nonché neo ministro, in visita al Museo storico della liberazione a Roma. “Penso che in questo momento in cui, troppe volte si tenta e si è tentato di trasformare le paure delle persone in odio, sia importante, proprio come ministro della cultura, cominciare da qua, perché non si perda la memoria: la memoria dell’antifascismo, del rispetto delle religioni, di chi ha il colore della pelle o una cultura diversa”.
Un disco rotto
Antifascismo, un mantra intramontabile dunque. Perché secondo l’ancora una volta ministro dei Beni Culturali, “allontanandosi poi il periodo del ventennio fascista si rischia di cancellare quei valori condivisi che sono stati i valori di avversari politici che si scontravano duramente ma sapevano riconoscere un tessuto di valori comuni, basato sull’antifascismo e sul rispetto delle diversità”. Perché in fondo non fa una grinza, dirsi anti qualcosa o qualcuno è il miglior modo per rispettare le diversità. Quelle politiche in particolare.
Ma venendo al suo ruolo di ancora una volta ministro, Franceschini avrà pure qualche altra idea su come muoversi? Magari a proposito della sua disastrosa riforma del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, poi parzialmente rivista da Bonisoli, qualche parolina la vorrà spendere Franceschini? “Ci sarà tempo per parlare di questo”. Senza dubbio, nel frattempo si dedichi pure a far girare il solito disco rotto: ricominciare dall’antifascismo.
Alessandro Della Guglia
1 commento
A franceschi’ guarda il calendario , siamo nel 2019 ! Sei fuori tempo , il fascismo è finito nel 1945 .
2019-1945 = 74 .
Dovevi nascere ,prima … così oggi non romperesti più i coglioni con ste cazzate .
Chissà come hai fatto contenti gli “strozzini” ‘ ma quelli dicono cazzate da , 3.000 anni ……