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Fuori dall’Euro o si muore, parola di europeista convinto

by Michael Mocci
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208647752.2Parigi, 5 mar – Questa Europa non piace più neanche agli europeisti più tenaci. A criticarla non ci sono solo partiti e movimenti in continua crescita ma anche illustri analisti o fervidi sostenitori del federalismo europeo come François Heisbourg, presidente dell’ International Institute for Stretegic Studies e autore del libro “La fine del sogno europeo” pubblicato in Francia ad ottobre e recentemente presentato anche in Italia.

Per Heisbourg o si esce immediatamente dall’Euro, tornando alle monete nazionali, o la crisi aumenterà fino a travolgere la stessa Ue a lui tanto cara. “Quando si separano dei gemelli siamesi, uno muore; così per salvare il sogno europeo bisogna sacrificare l’euro e tornare alle monete nazionali” – spiega Heisbourg, che prosegue: “Nel mio libro sostengo la tesi che l’euro è una moneta che non sviluppa la crescita e che spinge le persone contro il progetto europeo. Io sono un federalista europeo, non un economista di professione, sono un esperto di economia politica. L’euro è stato salvato due volte dal presidente della Bce, Mario Draghi: la prima volta con nel dicembre 2001 con la liquidità dell’Ltro, e la seconda il 25 luglio del 2012 a Londra quando disse che avrebbe fatto: «Whatever it takes», qualsiasi cosa serva per salvare l’euro. Con l’Outright monetary transaction, ha brandito l’arma atomica e ha sconfitto i mercati che scommettevano contro l’euro”.

Eppure per qualcuno l’euro è ancora un assurdo feticcio da adorare in modo fideistico ed acritico. Viene in mente un piccolo libro scritto dall’ex presidente del consiglio Letta, intitolato “Euro sì. Morire per Maastricht” in cui la moneta diviene il fine e non il mezzo dell’azione politica. O ancora, il neo-premier Renzi, che dichiara: “Uscire dall’Euro sarebbe un disastro. Si perderebbe la stabilità monetaria che abbiamo guadagnato finora”.

Per Heisbourg, visioni politiche così miopi sono destinate ad essere scalzate. Così sta avvenendo in Francia dove Marine Le Pen vola nei sondaggi, in Grecia dove Alba Dorata guadagna continuamente consensi perché, spiega l’analista: “Syriza non può essere considerato un partito anti euro, piuttosto una formazione inserita nel contesto della vita politica greca tradizionale che vuole negoziare con la troika i termini del salvataggio”. “Quanto all’Italia ha ancora un’industria, un avanzo commerciale e una svalutazione monetaria vi favorirebbe. Inoltre vi permetterebbe di monetizzare il debito. In Francia, invece, non avremmo molti vantaggi, mentre la Germania avrebbe un rivalutazione della moneta che con l’euro e stata frenata. In conclusione l’esperimento dell’euro è fallito”- conclude Heisbourg.

Michael Mocci

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