Roma, 17 feb – Il gas cala ancora di prezzo, e questa volta raggiunge addirittura i limiti precedenti alla guerra in Ucraina. Un dato che testimonia per l’ennesima volta le inutili discussioni in sede Ue per limitarne l’ascesa dei costi.
Gas, prezzo ai livelli di dicembre 2021
Come riporta l’Ansa, il gas trova il suo prezzo più basso da 17 mesi a questa parte. Il valore di scambio attuale, infatti, si attesta sotto i 50 euro al megawattora. Per la precisione, 49,5 euro. La flessione è del 4% e porta il combustibile sui valori toccati alla metà del dicembre 2021. Prima della guerra e della crescita della speculazione che aveva portato le quotazioni ai picchi astronomici dell’estate scorsa, per intenderci. Il calo del 2023 è ancora più consistente, dal momento che, da gennaio ad oggi, il crollo è stato del 34,7%. Notevole, considerando che non sono passati neanche due mesi.
Un tetto al prezzo che è sempre stato un bluff
Il gas sale a livelli di prezzo astronomici, come avvenuto la scorsa estate, e l’Ue non fa niente. A parte discutere, s’intenda. O fare finta di farlo, decidete pure voi la versione che più vi aggrada. Poi il prezzo del gas scende, e l’Ue continua a discutere. Di un price cap che non arriva mai, ma di cui – forse – non c’è più la necessità, visto l’andamento dei prezzi di mercato. Infine, sempre l’Ue, stabilisce il tanto agognato tetto alla modica cifra di 180 euro a megawattora. Utilità della misura? Zero, dal momento che già quando si arriva al presunto accordo il prezzo del combustibile è sceso intorno sotto i cento euro. Adesso il gas si trova in una faccia di prezzo nuovamente dimezzata, come riporta l’ultimo aggiornamento. La domanda sorge spontanea: a cosa sono serviti mesi di discussione su una materia sulla quale non si è mai fatto – nè probabilmente voluto fare – niente? Misteri dell’europeismo bruxelliano.
Stelio Fergola
1 commento
l’europa serve solo ai finocchi