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Governo in crisi, in cambio della “pace” Salvini chiede la testa di Toninelli e Trenta

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 19 lug – “Di Maio? Ci vedremo sicuramente, ma a colpi di ‘no’ l’Italia non può andare avanti. Il problema non è Di Maio, ma la politica dei ‘no’ e dei blocchi da parte di molti dei 5 Stelle“. Così il leader della Lega Matteo Salvini risponde all’invito al dialogo da parte del capo politico del M5S chiarendo però che cos’è che non va nella maggioranza. Tanto che ora c’è chi ipotizza un mini rimpasto. “C’è un evidente e totale blocco sulle proposte, iniziative, opere, infrastrutture da parte alcuni ministri 5 Stelle che fa male all’Italia. Niente di personale, Luigi Di Maio è persona corretta e perbene, ma sono inaccettabili i no e i blocchi quotidiani di opere e riforme da parte dei 5 stelle“, spiega il vicepremier.

Ipotesi rimpasto: Toninelli e Trenta a rischio

Poi Salvini è molto più esplicito: “Ieri Toninelli (con centinaia di cantieri fermi) che blocca la Gronda di Genova, che toglierebbe migliaia di auto e di tir dalle strade genovesi; oggi il ministro Trenta che propone di mettere in mare altre navi della Marina, rischiando di attrarre nuove partenze e affari per gli scafisti”. Eccoli, dunque i due ministri pentastellati che frenano la realizzazione del contratto di governo e che indispongono il ministro dell’Interno.

Sottosegretario Durigon: “Il contratto non basta più”

Ma tra le file della Lega c’è chi è insofferente. Rispondendo a chi gli chiedeva sullo stato di salute del governo, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha detto: “Vediamo cosa succede nei prossimi giorni, siamo due forze politiche diverse, ci siamo unite con un contratto ma non basta più. Serve anche una visione di intenti più forte”.

Opposizione all’attacco: Lega e M5S hanno paura del voto

La crisi di governo – che ieri era davvero vicina – forse è stata nuovamente allontanata, vista la disponibilità al dialogo dei due vicepremier (anche se i paletti di Salvini prevedono di far cadere le teste di Toninelli e della Trenta). Ciononostante la tensione nella maggioranza è occasione ghiotta per l’opposizione, che va all’attacco. Lega e M5S al di là delle pantomime – è questa l’accusa – hanno paura di tornare al voto e quindi fanno di tutto per tenere in piedi il governo. Infine c’è chi – ipotizzando la caduta del governo – pensa già al ribaltone: non serve tornare a votare, basta creare in Aula una nuova maggioranza “responsabile”. Alla faccia degli elettori, sia chiaro.

Adolfo Spezzaferro

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1 commento

angelo alberti 19 Luglio 2019 - 1:17

Vorrei sbagliarmi ,ma temo che la più grande sconfitta dell’Italia si chiama Von der Leyen.Di nuovo alla mercè della Germania , della Francia

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