Roma, 3 gen – Neanche il tempo di riprendersi da uno dei cenoni più magri degli ultimi anni che subito arrivano i rincari del 2014. Si comincia con i pedaggi delle autostrade. Aumenti in media del 3,9%, +8,28% su A25 e A24, +8,01% sulle Autostrade emiliane e lombarde, +7,17% per quelle venete con un aumento del 300% sulla Padova-Venezia, +4,43% sui 2.965 km gestiti da Autostrade per l’Italia.
Nonostante tutto, cerca di giustificarsi il ministro dei trasporti Maurizio Lupi: “A fronte di richieste che per alcune tratte arrivavano al 18%, l’incremento si è fermato a una media del 3,9%” – spiega Lupi, annunciando incontri con l’associazione delle concessionarie, “con cui avviare un dialogo per verificare strade nuove e consensuali rispetto agli attuali automatismi di adeguamento delle tariffe”.
Oltre all’aumento dei pedaggi delle autostrade, il mese di gennaio si caratterizzerà per l’incremento delle bollette della luce (+0,7%), l’aumento dell’Iva (dal 4 al 10%) che grava su snack e bibite dei distributori automatici. Inoltre entro il 24 del mese bisognerà pagare la cosiddetta “ mini – Imu” nei comuni che hanno aumentato l’aliquota.
Sono questi i paradossi di un Governo che, da un lato millanta provvedimenti a favore della crescita, dall’altro soffoca ogni iniziativa volta alla ripresa economica: come si può parlare di ripresa se gli imprenditori italiani devono fronteggiare le bollette energetiche più care d’Europa, l’aumento costante del costo dei carburanti e ora anche quello delle autostrade.
Aurora Benincampi