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Il caso Lodi: quando l’equiparazione dei diritti (e dei doveri) fa infuriare la sinistra

by Francesca Totolo
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Roma, 16 ott – Bambini stranieri discriminati dall’amministrazione comunale leghista di Lodi, titolano i giornali di regime.

Chiariamo immediatamente: le modifiche al “regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate”, sono state approvate con delibera del Consiglio comunale il 4 ottobre 2017, ovvero più di un anno fa.

Durante il Consiglio comunale, nel quale erano assenti solo due consiglieri, le modifiche approvate si sono limitate a introdurre nel “regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate” le disposizioni del D.P.R. 31/08/1999, n. 394 (Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulle condizioni dello straniero, a norma dell’articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286). Il decreto del Presidente della Repubblica fu firmato da Carlo Azeglio Ciampi e il relativo decreto legislativo varato dal Governo presieduto da Romano Prodi.

In base, quindi, al decreto del Presidente della Repubblica del 1999, il comune di Lodi ha introdotto un’ulteriore certificazione richiesta agli immigrati e rilasciata da ambasciate e consolati, che documenti la ricchezza posseduta nei Paesi di origine (conti corrente e immobili), sulla base del modello italiano ISEE, per permettere le opportune verifiche patrimoniali e autorizzare così l’accesso alle agevolazioni economiche scolastiche (scuolabus e mense scolastiche).

La volontà del sindaco leghista, Sara Casanova, non era certo quella di discriminare gli alunni stranieri, ma di equiparare la reale situazione finanziaria degli immigrati a quella degli italiani, ai quali comunque è richiesto il modello ISEE, allo scopo di erogare i fondi pubblici a chi ne ha veramente diritto. L’integrazione e l’uguaglianza dei diritti è anche questa: le famiglie italiane e quelle straniere devono avere ugual accesso alle agevolazioni concesse dalle istituzioni, limitando le asimmetrie informative che possono favorire una parte a scapito dell’altra. La parità vera dei diritti si può sostenere solo quando è garantita anche la parità dei doveri, e viceversa.

Torniamo alla cronaca, nella quale l’amministrazione lodigiana è stata tacciata di essere discriminatoria a danno del diritto allo studio dei bambini stranieri. Ricordando che la delibera comunale risale a più di un anno fa e che al Consiglio comunale erano presenti anche i consiglieri dei partiti di opposizione di sinistra, non ci si spiega il motivo per il quale la polemica sia scoppiata solo adesso.

I residenti stranieri hanno avuto il tempo opportuno per dotarsi del certificato richiesto nei consolati siti nella vicina Milano, ma hanno chiaramente ignorato la delibera mettendo i propri figli in questa situazione difficile. Dopo le denunce dei genitori immigrati sull’impossibilità di mandare a scuola i loro bambini arrivate solo in seguito all’inizio dell’anno scolastico, forse pensando alla “solita legge italiana”, le onnipresenti associazioni si sono buttate a capofitto, come le iene su una carcassa.

Per sostenere gli stranieri lodigiani, è nato tempestivamente il Coordinamento Uguali Doveri, che in due giorni ha raccolto donazioni per 60 mila euro. I fondi serviranno per garantire pasti e scuolabus ai figli degli immigrati.

Un momento della manifestazione dei bambini stranieri iscritti nelle scuole di Lodi che, a causa del regolamento sui servizi sociali per i bambini voluto dalla giunta Casanova, di fatto, sono esclusi dalla mensa. Lodi, 14 settembre 2018. ANSA/

Tra le fondatrici di Uguali Doveri, spunta Valentina Tronconi, già project manager della sorosiana Oxfam e ora program assistant di COSV (Coordinamento delle Organizzazioni per il Servizio Volontario). La Tronconi, intervistata dall’Huffington Post, ha sentenziato:è una scelta politica, un’apartheid scolastica. Si appellano all’idea della ‘Legge uguale per tutti’ ma non si rendono conto che è proprio la legge a dire che italiani e stranieri sono tutti uguali”, ovviamente ignorando le disposizioni contenute nel D.P.R. del 1999.

Al coro delle anime belle accorse a Lodi, non potevano mancare anche due associazioni finanziate dalla Open Society Foundations di George Soros, il noto braccio legale ASGI e Naga onlus, che istantaneamente hanno promosso un ricorso al tribunale di Milano contro il regolamento del comune perché considerato discriminatorio ai sensi del diritto nazionale e/o del diritto UE”. Sicuri dell’esito favorevole del ricorso, il Coordinamento Uguali Doveri ha fermato le donazioni.

ASGI non è nuova a questo genere di iniziative. Nel 2017, l’associazione sorosiana ha fatto ricorso al Tribunale di Milano, vincendolo, riguardo alla concessione del “bonus bebè” di 800 euro a tutte le donne straniere anche prive di un permesso di soggiorno di lungo periodo. Insomma, ASGI ha indebolito una delle poche iniziative del passato Governo che voleva favorire la maternità in Italia.

Morale del caso Lodi: quando un sindaco coraggioso si fa portavoce della legalità, applicando normative in vigore da quasi 20 anni, allo scopo di ripristinare l’uguaglianza dei propri cittadini nella concessione delle agevolazioni economiche, diventa subito il nemico numero uno di chi vorrebbe l’ultimo arrivato meritevole di diritti divini. La burocrazia in Italia deve diventare più inclusiva: colpire, in egual modo, sia gli italiani sia gli stranieri. Anche questa è integrazione.

Nota: quando a venire esclusi dalla mensa scolastica, per problemi economici, furono anche bambini di famiglie italiane, nessuna anima bella organizzò una raccolta fondi a livello nazionale. Anzi, Save The Children addosso la responsabilità ai genitori: “Responsabilità degli adulti scaricate sui più piccoli”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Francesca Totolo

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3 comments

Raffo 16 Ottobre 2018 - 10:00

Le solite deiezioni sinistre e sorosiane che mostrano il loro ghigno sinistrorso e sparano cazzate farlocche ed indegne……….associazioni comunistoidi formate da parassiti nullafacenti,al servizio di islamici e negroidi ladri,che non pagando un euro,mandano a gambe all’aria il nostro sistema paese ………… Dato che le islamiche non fanno in cazzo dalla mattina alla sera ci pensino loro ad accudire i figli ………. che paese di merda ci hanno regalato i sorosiani piddini, una latrina unica.

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blackwater 17 Ottobre 2018 - 7:09

non credo affatto alla società multi-etnica ed il fatto che piaccia normalmente a preti sovrappeso,zitellone over 45,statali che hanno tutto l’interesse che il nostro Paese si riempia di Stranieri da assistere o a cui fornire servizi (vedi Scuola) mi offre ulteriore riprova del perchè diffidarne.
detto questo,se in giro per il mondo esistesse qualche valido esempio di questo bel mix multi-etnico di popoli,potrei anche e felicemente ricredermi,invece si va da una Germania ove i Turchi (che sono lì dagli anni 50) continuano a vivere a parte solo tra loro,frequentare i loro “imbiss” “kiosk” nonchè a parlare nella loro lingua madre (fatto davvero incredibile quanto vero), ad una Gran Bretagna ove quartieri centrali di Londra come Tower Hamlets ricordano molto di più Islamabad anzichè la Capitale britannica,per non parlare di quanto successo della Jugoslavia di tito,ove la convivenza forzata di diverse etnie (rigorosamente bianche ed europee tra l’altro) è sfociata in una guerra durata dieci anni e “condita” da + 150.000 morti.
quindi,pensare davvero che dietro ad un posto di lavoro base come domestico,cameriere,operaio quando va bene,si potesse davvero importare una intera famiglia dallo Sri Lanka (come in foto) pensando che tutto questo si traducesse in un ARRICCHIMENTO del nostro Paese quanto è vero piuttosto il contrario, è stato l’ennesimo FALLIMENTO di un sistema Paese incapace di programmare ed intervenire efficacemente in primis nei confronti dei propri figli,alla ricerca di esperimenti sociali con i figli degli altri già ampiamente naufragati altrove.
bene,quella famigliola in foto che si lamenta perchè “in Sri Lanka non ci sono i documenti” (quando invece quel Paese a contrario dell’italia rilascia già la carta di identità smart con microchip) a cui dobbiamo pagare ogni tipo di servizio,rapportata alla nostra Patria, potrebbe essere paragonabile ad uno sconosciuto a cui un padre di famiglia offre stanza e letto del proprio figlio dopo aver mandato quest’ultimo a dormire sulle panchine della stazione.
ritengo quindi che per apprezzare davvero questa ingiustizia sociale non rimanga altra soluzione di trasformarci in preti sovrappeso,zitellone over 45 e statali della scuola.

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GIorgia 23 Ottobre 2018 - 10:15

ma ci sei o ci fai a scrivere una tale sciocchezza? che articolo spazzatura

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