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Il Fmi boccia il governo italiano. Nuova manovra in arrivo?

by Giuseppe Maneggio
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Tra le nazioni sviluppate l’Italia resta il malato più grave. Gli occhi, e non solo, del Fmi restano puntanti sulla nostra economia.

Roma, 23 gen – Nella periodica esposizione sulle previsioni economiche mondiali, il capo economista del Fondo Monetario Internazionale, Olivier Blanchard, ha posto in evidenza le prospettive di crescita, ma ha lanciato sonori avvertimenti alle economie emergenti e, a margine, ha contribuito a rendere sempre più carta straccia le previsioni del governo italiano circa la crescita futura, lasciando prospettare una manovra correttiva in corso d’anno per racimolare una ventina di miliardi.

Secondo l’organizzazione internazionale, la crescita italiana nel 2014 si fermerà non al precedente (e anemico) 0,7 per cento, bensì allo 0,6 per cento. Si concretizzano dunque i timori di chi ritiene che il governo italiano nella sua nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza dello scorso autunno abbia peccato enormemente di ottimismo, stimando una crescita per l’anno in corso di un punto percentuale.

Non è uno scarto così minimo come qualcuno potrebbe obiettare. Un solo punto di decimale equivale a svariati miliardi di ricchezza prodotta, e il 44% di stima in meno fatta dagli analisti del Fondo vorrebbero dire minori entrate tributarie, il che porta a far pensare che nel corso dell’anno ci sarà bisogno di una manovra correttiva – più tasse e/o più tagli – per riempire il buco prodotto da un governo imbelle e inadatto.

Il capo economista del Fondo Monetario Internazionale, Olivier Blanchard, ha poi speso parole di fiducia per il ritmo di crescita mondiale: il prodotto interno lordo globale nel corso del 2014 crescerà dello 0,1 per cento in più, dal precedente 3,6 per cento a 3,7 per cento. Ma la moderazione va di pari passo con questa graduale ripresa economica perche, dice Blanchard: “Continuano ad esservi segnali di fragilità della ripresa, il tapering (con questo termine si indica la progressiva riduzione e la fine degli stimoli monetari, ossia del piano di quantitative easing della Fed nda) che la banca centrale statunitense ha avviato all’inizio dell’anno è uno dei timori che potrebbero turbare i sonni delle economie emergenti. Questa mossa causerà movimenti di capitale complessi in vari paesi del mondo, e ad essere colpiti, saranno soprattutto i mercati emergenti con deboli strutture macroeconomiche come il Brasile, l’India, l’Indonesia e la Turchia, che hanno poco o punto approfittato dell’abbondante flusso di denaro per investire, preferendo inefficienti sussidi.”

Parlando delle altre realtà economiche mondiali, Blanchard, ha menzionato la Cina che dovrebbe confermare la propria moderata crescita rispetto agli ultimi anni, ma tuttavia naturale se si considera che il Dragone sta entrando nella fase in cui la propria economia sarà guidata non dalle esportazioni e dagli investimenti “aiutati” da un credito finora troppo facile, a una in cui a farla da padrone saranno i consumi privati.

Gli Stati Uniti dovrebbero espandersi del 2,8 per cento quest’anno, in aumento rispetto all’1,9 per cento del 2013, mentre l’Eurozona dovrebbe uscire dalla recessione con una crescita dell’1 per cento. In mezzo, fra le economie avanzate, troviamo il Giappone, il cui tasso di crescita dovrebbe rimanere stabile all’1,7 per cento.

Giuseppe Maneggio

 

 

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