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Il vicolo cieco dello scontro fra destra e sinistra sulla polizia

by Michele Iozzino
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Roma, 1 mar – Il chiodo fisso della politica italiana sembra ormai essere la polizia. Dopo i fatti di Pisa, il dibattito pubblico si è incistato su uno scontro tra chi vede nelle manganellate degli studenti il prodromo di una repressione autoritaria e chi vuole difendere a prescindere le forze dell’ordine. Una disputa che, nonostante la sua capacità di dividere e infervorare gli anime, parrebbe più che altro l’effetto di un certo colonialismo culturale e la riproposizione in salsa nostrana della americanissima questione riguardante la police brutality.

Il botta e risposta tra Meloni e Schlein sulla polizia

“Quanti di quelli che in questi giorni hanno attaccato le forze dell’ordine in modo indiscriminato vogliono anche esprimere solidarietà a questi agenti che stanno facendo il loro lavoro? Perché io penso che sia molto pericoloso togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra: è un gioco che può diventare molto pericoloso”, così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva commentato il caso di alcuni agenti di polizia che erano stati aggrediti a Torino, rispondendo in parte anche a quanti chiedevano una sua presa di posizione sugli studenti manganellati a Pisa. In una sorta di botta e risposta ideale, il segretario del Partito democratico Elly Schlein ha replicato: “L’altro giorno ha fatto la spiritosa” – il riferimento è alle battute in conferenza stampa dopo la sconfitta in Sardegna – “ma non ha espresso una parola di solidarietà per ragazzi minori feriti”. Per poi ribadire, “Non vogliamo più vedere immagini a quelle che abbiamo visto. Abbiamo oggi ribadito la solidarietà già espressa ieri agli agenti colpiti a Torino, inaccettabile che lo siano mentre fanno il loro lavoro. La destra strumentalizza questi fatti come dimostra la nota dell’altro giorno dopo le parole di Mattarella”. Quest’ultimo aveva dichiarato: “L’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.

Un dibattito che viene da lontano

Un dibattito che sembra, però, il più classico dei dialoghi tra sordi e al di là dei casi di cronaca il vero punto di partenza è molto distante dalle questioni italiane. Ad esempio, Christian Raimo che a Piazzapulita squaderna in maniera coreografica gli omicidi compiuti dalle forze dell’ordine dal 1948 a oggi e che sui social cita Pasolini per “disarmare la polizia”, potrebbe fare il paio con lo slogandefund the police figlio delle proteste di Black lives matter dopo il caso Floyd. Insomma, sono l’eco con anni di ritardo di quello che avviene negli Stati Uniti. Un colonialismo culturale, politico, e ideologico che cerca di trapiantare temi e modi di fare della sinistra americana (sì, quella woke). L’effetto è straniante non solo per i suoi contenuti, ma anche per la sua lontananza dal contesto italiano, aumentando la sensazione che destra e sinistra stiano parlando da giorni del nulla.

Michele Iozzino

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