Roma, 9 dic – Il governo giallofucsia a quanto pare vuole salvare l’ex Ilva anche grazie all’ingresso dello Stato. A confermarlo il premier Giuseppe Conte, che cerca di rassicurare tutti sul fatto che con ArcelorMittal ci sia ancora un margine di trattativa. E che non è vero che esiste un’offerta avanzata dalla multinazionale franco-indiana per lasciare i nostri stabilimenti siderurgici entro Natale. “No, non confermo questa indiscrezione, con Mittal c’è un negoziato in corso, abbiamo delle controproposte molto efficaci nella direzione che avevamo concordato col signor Mittal, e cioè avviare una robusta, seria, concreta transizione energetica, conservare il livello di occupazione quanto più possibile e investire ancor più nel risanamento ambientale: lavoreremo su questo, il negoziato è solo all’inizio”, afferma Conte.
Il premier conferma: “Prevista la partecipazione pubblica”
Ma il dato politico più importante è che a chi gli chiede di un intervento dello Stato per lo stabilimento di Taranto, il premier risponde “dovete avere un po’ di pazienza, qualcuno può pensare che non stiamo seguendo h 24 questo dossier, nulla di più sbagliato, ma quando si tratta di un dossier così complesso e delicato non si possono rivelare dettagli, anticipazioni di un negoziato in corso. Quello che posso anticipare è che è prevista anche la partecipazione di aziende pubbliche, a partecipazione pubblica, senz’altro. Siamo disponibili a fare la nostra parte per rendere questo progetto ancora più efficace e credibile e il piano industriale più sostenibile”.
Conte spera ancora nel negoziato con il colosso franco-indiano
Quanto a un eventuale piano B del governo in caso di addio della multinazionale franco-indiana, “in questo momento – replica il premier – stiamo negoziando col signor Mittal, che è venuto a Palazzo Chigi: nel primo incontro c’è stata un’interruzione del dialogo perché le posizioni poste dall’azienda erano inaccettabili, nel secondo incontro lui stesso ha dichiarato che c’è stato un ottimo dialogo col governo per l’avvio di un negoziato”. Quanto ai 4.700 esuberi messi sul piatto dai franco-indiani al tavolo al Mise, “quella proposta l’abbiamo già respinta e stiamo facendo delle controproposte“.
Patuanelli: “Stato entra come garante del piano industriale”
Stessa linea ribadita dal ministro dello Sviluppo economico: l’idea che Arcelor Mittal “metta un chip per andarsene non è accettabile”. Così Stefano Patuanelli a L’aria che tira su La7. Il fatto che Arcelor Mittal abbia proposto un miliardo per andarsene dall’Ilva “è una bufala totale, non esiste nessuna interlocuzione in tal senso di Mittal né con Palazzo Chigi, né con il Mise o con il Mef, nessuna lettera ricevuta” con tale contenuto, ha precisato il ministro per il quale per l’ex Ilva “la soluzione è un nuovo piano industriale”. Per l’ex Ilva “lo Stato deve essere anche garante dell’attuazione del piano industriale, per quello entra. Ma su questa ipotesi di come lo Stato decida di entrare sta lavorando il ministro Gualtieri con il ministero dell’Economia, ed è giusto che sia così perché lo Stato entra attraverso il Mef“. A proposito dell’impegno di Mittal, il ministro 5 Stelle conclude: “Ci si può fidare o no, se nei prossimi giorni vedremo che è un tentativo di rimandare la palla più avanti, noi diremo basta, il 20 ci sarà l’udienza in tribunale, e vedremo cosa succede il 20”.
Domani a Roma la manifestazione dei sindacati
Intanto domani i sindacati torneranno a manifestare. Cgil, Cisl e Uil si riuniranno a partire dalle 9.30 a Roma a Piazza Santi Apostoli per una manifestazione-assemblea sui temi della crescita, le crisi aziendali, lo sblocco dei cantieri e delle infrastrutture, lo sviluppo del Mezzogiorno. Nella manifestazione confluirà anche la protesta dei lavoratori metalmeccanici della ex Ilva, in sciopero sempre il 10 dicembre in tutti gli stabilimenti siderurgici.
Adolfo Spezzaferro
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