Roma, 25 set – Non bastano più i porti aperti: la Chiesa ora vorrebbe che ce li prendessimo direttamente in casa. E per “casa” non intende il “suolo patrio”, ma proprio le nostre abitazioni fisiche, e dare loro del cibo. “Apriamo i porti e spalanchiamo le porte delle nostre case”, così ha detto testualmente il vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante, per celebrare l’edizione numero 105 della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. L’iniziativa, fissata per domenica prossima, ha la firma del Servizio pastorale missionario e di cooperazione tra le Chiese, della Migrantes, della Caritas diocesana e del Servizio di pastorale familiare che invitano famiglie e parrocchie ad “aggiungere un posto alla propria tavola per un fratello immigrato, per rendersi segno evidente di accoglienza verso gli ultimi, testimonianza diretta di una Chiesa che impara a capire come gli ‘scarti’ diventino pietra angolare”.
Del resto lo ha ribadito anche Bergoglio: “La risposta alla sfida posta dalle migrazioni contemporanee si può riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare“. E Marciante ha rilanciato subito. “Non lasciamoci travolgere dall’odio, dal populismo e dalla paura dell’altro. La luce del Cristo trasfigurato faccia nascere o rafforzi in noi la mentalità dell’accoglienza e dell’integrazione, ci spinga a un forte rinnovamento interiore che ci allontani dal vedere nel fratello immigrato un peso da portare”. Insomma, con la scusa del del “forte rinnovamento interiore” dobbiamo toglierci il pane di bocca per darlo ai “fratelli migranti”. Si inizia con la tavola, poi magari l’anno prossimo ci chiederanno di riservargli un posto letto nelle nostre abitazioni. E così via…
Cristina Gauri
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Certo,loro avranno solamente DIRITTI.
Foraggeremo così chi un giorno ricambierà facendoci fare la fine dei Pellirossa.
Solo che i Pellirossa avevano capito il pericolo ed erano ostili verso l’invasione.
Checchè si dica,l’uomo per sua natura è un PREDATORE e gli immigrazionisti o sono in malafede o sono di una ingenuità oltre i limiti.
“Ah, dove nel mondo accaddero stoltezze maggiori che presso i compassionevoli? E che cosa nel mondo causò più sofferenza delle stoltezze del compassionevole? Guai a chi ama e non può collocarsi più in alto della propria compassione!”
Friedrich Wilhelm Nietzsche
E secondo voi, non ci saranno persone che lo faranno ….
Chi viene con me a strangolare pretonzoli ? 😉
E fargli trombare madri, mogli, figlie & sorelle… D’ altronde, il ripugnante “piano kalergi” a proprio questo mira… E ” obispo” Marciante… Ci marcia…!…..
Da scompisciarsi dalle risa. A questo punto insorge l’ovvia domanda: ma voi quanti ne accogliete in vaticano e/o nei vostri lussuosi attici?
La chiesa possiede circa il 23% (ventitré) del patrimonio immobiliare italiano ed invita i morti di fame come me a dare da mangiare a giovinotti palestrati e nullafacenti e vorrebbe anche che dividessi i 120 mq dove viviamo quando devo già mantenere una moglie e due figli (tasse di tutti i tipi, bollette, istruzione, vestiti, etc.).
E poi dicono che è reato se io auguro a quei signori che vivono nel lusso senza aver mai lavorato di morire quanto prima tra mille sofferenze e di arrostire all’inferno per l’eternità?
Apri casa TUA , e vendi il tuo anellone da vescovo ed il vincastro ! basterebbero a sfamare i poveri ITALIANI nelle tue parrocchie per mesi !
Comincio a rimpiangere i “vecchi” socialisti come Mussolini :
Con le budella dell’ ultimo prete impiccheremo l’ultimo Re !
Col cavolo che loro li fanno entrare nel loro vaticano/casa
O si è Italiani o si è cristiani, io scelgo di essere Italiano.
Cari italiani aprite le vostre porte agli immigrati clandestini economici fancazzisti vacanzieri cerebrolesi, così poi lori e noi vi apriremo il kulo!!!! A specie de prete musulmano ma vattene a fare in kulo te la curia e tutti sti immigrati de MERDA
Impossibile ospitare!
Cloro al clero !!!!