Torino, 10 mag – Elsa Fornero va in pensione. Sì, anche lei, la paladina del lavoro a vita, ha deciso di smettere di lavorare, e lo farà a partire dal 1 novembre, all’età di 71 anni non ancora compiuti. Anche se forse, a ben guardare, avrebbe meritato la pena del contrappasso e di essere esodata. Percepirà un assegno di 3.300 euro mensili, in quanto docente universitaria.
Per lei, donna dalla lacrima facile, che annunciò con un fazzoletto alla mano la riforma più odiata della storia italiana, non vale la legge da lei stessa messa a punto, quella che ha rovinato la vita e i progetti di milioni di italiani pronti al meritato riposo dopo anni di lavoro. In quanto docente universitaria, infatti, l’ex ministro del lavoro Elsa Fornero non viene minimamente toccata dall’innalzamento dell’età pensionabile. In un’intervista al Corriere della Sera è la stessa Fornero a spiegare: “la riforma non ha modificato il limite massimo di età pensionabile dei docenti universitari, che già una decina di anni fa era stato abbassato da 72 a 70 anni”. E poi si difende dicendo che se fosse andata in pensione dopo la sua esperienza da ministro cinque anni orsono,“avrei avuto una pensione più che doppia rispetto a quella che avrò come professoressa, ma ho preferito andare avanti”.
Che la Fornero si sia sempre voluta vendere come una formichina parsimoniosa lo dimostrò un battibecco con il leghista Roberto Calderoli, all’epoca vicepresidente del Senato, che la tacciò di raccontar balle a proposito del vitalizio da ministro. Elsa Fornero dichiarò di aver rinunciato al vitalizio da ministro, ma Calderoli la smascherò dicendo che tale vitalizio non esiste. Balbettante la difesa dell’ex ministro del Lavoro, che irritata replicò: “Calderoli è un ignorante e non sa di cosa parla. Come gran parte della classe politica quando apre bocca. Io ho detto no ad una pensione che credo fosse più del doppio di quella che mi spetta come docente universitario. Mi pare fosse addirittura di 160mila euro”. Si riferiva al fatto che avendo lei compiuto i 65 anni mentre ricopriva la carica di ministro, avrebbe avuto diritto a percepire una pensione con il sistema retributivo, andando in quiescenza con l’ultimo stipendio da ministro che è molto più alto di quello da professore. E la Fornero rifiutò, anche se giocò, chissà se consapevolmente o no, con le parole, parlando di un ambiguo vitalizio.
Sta di fatto che ora la donna più odiata dagli esodati italiani, che si sono ritrovati senza stipendio per mesi da un giorno all’altro, e dai lavoratori a un passo dalla pensione che si sono visti ritardare anche di molti anni l’età della quiescenza, si ritirerà a vita privata. Si dedicherà all’orto, alla lettura, al volontariato, e ai viaggi, dice lei. Del resto con oltre 3mila euro di pensione, far quadrare i conti è decisamente meno difficile rispetto a quanto la gente normale, che fatica ad arrivare a mille euro, deve fare ogni giorno. Ma la Fornero non si sente del tutto pronta ad abbandonare l’attività accademica. No a un nuovo impegno in politica, ma sì alla disponibilità a insegnare qualora il Dipartimento di Macroeconomia dell’Università di Torino lo volesse.
Anna Pedri
La Fornero va in pensione (ma senza legge Fornero). Alla faccia degli esodati
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6 comments
Ma si può sapé che cazzo ride….
R.i.p. ….
All’università non ha mai fatto niente, i “docenti” universitari di certe facoltà percepiscono soldi statali senza fare un cazzo e i loro contributi sono finti!!!
Non ce bisogno di nessuna laurea per fare la legge fornero …l avrei fatta anche io bastava solo una buona dose di egoismo e cattiveria .
[…] pubblica si spaccherà. Fine 2011: è ancora vivido il ricordo del pianto dell’ex ministro Fornero, mentre annunciava la riforma previdenziale che avrebbe crocefisso milioni di pensionati italiani, […]
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